WONCA 2023 – Parlare di sesso in ambulatorio, le riflessioni della medicina generale

  • Daniela Ovadia
  • Conference Reports
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La vita sessuale dei pazienti resta un argomento difficile da affrontare durante la visita ambulatoriale, sebbene costituisca un importante fattore di benessere e anche un campanello d’allarme per patologie di vario genere. Il tema è stato ampiamente trattato durante il congresso della medicina generale europea WONCA Europe 2023 che si è tenuto a Bruxelles.

“Tra le barriere identificate, la maggior parte dei medici menziona la mancanza di formazione specifica e la complessità dell’argomento” spiega Laetitia Meyer, ricercatrice del Dipartimento di medicina generale dell’Università Libera di Bruxelles (Belgio). Meyer ha creato, insieme ai suoi colleghi, uno strumento di supporto per aiutare i medici di medicina generale (MMG) ad affrontare l’argomento durante la visita. “Abbiamo voluto elaborare uno strumento inclusivo e caratterizzato da una visione positiva della sessualità”.

Per farlo, hanno utilizzato la metodologia del consenso, riunendo sessuologi, medici di medicina generale e rappresentanti di associazioni di pazienti. Grazie a una intervista semistrutturata, sono emerse indicazioni che sono state estrapolate e riordinate in secondo il comune svolgimento di una vista medica. Sono stati inclusi tutti gli argomenti e tutte le domande che non sono state contestate durante i focus group.

“Ne è venuto fuori uno strumento di supporto alla discussione sulla vita sessuale di circa sette pagine che esplora la vita sessuale dei pazienti, suggerisce strategie per iniziare la discussione e argomenti scelti in base alle caratteristiche dei pazienti.

“Lo strumento è flessibile, può essere usato sia dal medico sia dal paziente stesso, che può decidere di omettere alcune tappe” continua Meyer. “Il fatto che si tratti di una discussione guidata e progressiva solleva sia il paziente sia il medico dall’eventuale imbarazzo e permette di rompere il ghiaccio”.

 

I cambiamenti sono normali

Il tema è stato ripreso, nell’ambito di un workshop dedicato, da Marcia Ferreira e Sofia Vale, due giovani medici di medicina generale portoghesi. Attraverso una carrellata di casi clinici tratti dalla loro pratica quotidiana - dal classico caso di impotenza di origine cardiovascolare a un caso di perdita del desiderio sessuale legato alla menopausa - hanno cercato di sistematizzare le possibili aree di intervento della sessuologia in medicina primaria. “L’approccio del MMG deve essere quello di normalizzare i cambiamenti nella funzione sessuale nell’arco della vita dei pazienti” spiega Ferreira. “Se però il medico non chiede in modo attivo, in particolare nei periodi di transizione o di difficoltà del paziente, è difficile che emergano le problematiche sessuali e le aspettative dei pazienti”.

Tra i momenti critici che meritano particolare attenzione per le potenzialità di prevenzione in medicina generale ci sono sicuramente la maternità e paternità, la verifica di eventuali traumi sessuali pregressi durante la raccolta dell’anamnesi, la valutazione della salute del pavimento pelvico nel periodo della perimenopausa e l’invio all’ostetrica per la riabilitazione (una lassità pelvica influisce infatti sia sulla continenza urinaria sia sulla vita sessuale).

“Da un’analisi che abbiamo effettuato in letteratura riguardo alla gestione della salute sessuale e più in particolare della salute femminile in Europa emerge un quadro molto disomogeneo” ha spiegato Gesine Weckmann della Università europea di scienze applicate di Rostock, in Germania. “In alcuni Paesi, come la Gran Bretagna e l’Irlanda, la ginecologia di base è parte integrante dell’attività del medico di medicina generale o del presidio di medicina sul territorio, in cui operano anche infermiere e ostetriche. Ciò facilità la presa in carico sessuologica. In altri, come l’Italia, la presa in carico ginecologica è materia prettamente specialistica od ospedaliera, con un minore livello di consapevolezza da parte dei medici di medicina generale e di soddisfazione da parte dei e delle pazienti per quanto riguarda la qualità delle informazioni ricevute sulla salute sessuale”.

 

I gruppi fragili

“La menopausa sembra essere uno dei momenti di transizione meno esplorati dai medici” ha concluso Yusianmar Mariani, medico di medicina generale che lavora a Kingston Upon Thames, nel Regno Unito. Sebbene le donne passino ormai circa il 40% della loro vita in menopausa, i medici di medicina generale ricevono pochissima formazione specifica in merito. “Sono pochi quelli che utilizzano semplicissimi strumenti come la Menopause Rating Scale (MRS) per facilitare la diagnosi e il monitoraggio. Molti sistemi sanitari pubblici non hanno una policy per l’inclusione degli strumenti diagnostici e delle terapie che alleviano i sintomi della menopausa nei prontuari di rimborsabilità”.

Infine Catarina Gomes Madeira, medico di medicina generale di Lisbona (Portogallo) ha affrontato il tema complesso della salute dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso, riportando i risultati di un’analisi effettuata dal suo gruppo sulla relazione tra leggi per la regolamentazione del lavoro sessuale, che vanno dalla piena legittimazione fino alla criminalizzazione del lavoratore o della lavoratrice. “Più le leggi sono restrittive in materia di libertà di praticare il lavoro sessuale alla luce del sole, peggiori sono le condizioni di salute degli operatori, indipendentemente dalle considerazioni politiche e morali. I medici di medicina generale sono spesso il primo e l’unico contatto dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso con la medicina. Il loro ruolo è essenziale prevenire situazioni di rischio. Chi lavora nell’industria del sesso è vulnerabile non solo sul piano delle malattie sessualmente trasmissibili ma anche della salute mentale, ed è a rischio di abuso di sostanze e di violenza”.