Vita di specializzando - Medicina scienza esatta?
- Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
- Attualità mediche
di Stefano Orsenigo (specializzando in Anestesia e rianimazione)
Quello di oggi è uno sfogo. Insomma, devo togliermi un sassolino dalla scarpa.
Fin dai primi giorni di specialità mi sono da subito trovato di fronte a persone che, a fronte delle mie insistenti domande e della mia necessità di capire ogni dettaglio della patofisiologia del paziente, mi rispondevano "ma sai la medicina non è una scienza esatta".
Tipicamente mi ritiravo, un po' deluso e pensieroso.
Ci ho riflettuto molto spesso, mi sono trovato a cercare testardemente di capire. Ma che cos'è una scienza esatta?
Ricerche su ricerche nei libri di questa e quella scienza, su google e perfino su forum dal dubbio approccio scientifico.
Niente: non ho mai trovato una definizione di scienza esatta o non esatta.
La ricerca è stata resa poi ancor più difficile dal fatto che, a quanto sono riuscito a capire io, non esiste neanche il corrispettivo in inglese!
Nonostante tutto, parlando anche con amici fisici ("Non come la fisica, che è la scienza esatta per antonomasia!") sono infine riuscito a farmi un'idea.
È indubbio che le due discipline non siano allo stesso livello: la fisica è decisamente più in grado di predirre il risultato di un esperimento di quanto lo sia la medicina; la fiducia che possiamo avere in determinate leggi fisiche è molto più elevata di quella che possiamo nutrire in campo medico. Molti divulgatori (Neil Degrassw Tyson nella splendida serie "Cosmos" o Walter Lewin in una lezione al MIT), per esempio, hanno mostrato un esperimento del moto del pendolo: una grossa e pesante sfera attaccata con un cavo al centro della stanza viene fatta partire dalla faccia del divulgatore e viene lasciata cadere. Tornando indietro, in perfetto accordo con le leggi del moto armonico, la sfera si ferma a breve distanza dalla faccia dello sperimentatore. Senza nessun timore l'esperimento viene ripetuto: sappiamo con sufficiente certezza che la sfera non colpirà la faccia dello sperimentatore. Anche se non possiamo mai dire di essere sicuri al 100%, la legge fisica ci protegge con una probabilità talmente elevata, da poter "rischiare" persino i nostri connotati. La palla non ci colpirà.
Ecco, penso di poter dire con sufficiente sicurezza che non c'è nessun esperimento simile in medicina. Per quanto possa essere sicuro un procedimento medico, il rischio zero non esiste e si deve sempre soppesare il rischio con il beneficio.
Questa differenza non viene però, a mio avviso, da un diverso metodo e quindi da una diversa dignità scientifica delle due discipline ma semplicemente dal fatto che la medicina, come scienza, è assai più giovane della fisica.
Certo, tanto la fisica quando la medicina nascono come filosofie verosimilmente ai tempi dei greci, rispettivamente con Talete e Ippocrate. Ma è molto più avanti, e in tempi diversi, che esse assumono una valenza scientifica.
Nel 1543 comincia la cosiddetta “rivoluzione copernicana”, con la pubblicazione de “La rivoluzione degli astri celesti” di Niccolò Copernico e l’introduzione del metodo scientifico, formalmente a opera di Galileo Galilei. Da questo periodo, con Newton, Leibniz e altri scienziati, comincia una descrizione scientifica della fisica.
La medicina dovrà aspettare.
Se per secoli la descrizione sia anatomica che fisiologica che patologica prosegue con ottimi risultati, si dovrà attendere il diciottesimo secolo per la prima descrizione della “medicina basata sulle evidenze”. Ne dobbiamo la nascita a Józef Dietl, che per primo pose a confronto una terapia in diversi gruppi di pazienti. Fu infatti il primo a mettere in dubbio e a pretendere una validità scientifica di un processo terapeutico in gran voga a quei tempi: il salasso.
Dopo il suo primo esperimento, il primo nella storia della medicina scientifica, il salasso venne completamente abbandonato e da allora ritenuto privo di qualsiasi fondamento scientifico.
Assieme a Dietl, il merito di ergere la medicina a disciplina scientifica va senz’altro anche a James Lind, autore nel 1747 del primo studio scientifico (cercò una cura per lo scorbuto) e infine a Bradford Hill, considerato il padre del moderno Studio Randomizzato Controllato. Il suo studio, nel 1948, mise a confronto l’utilizzo di streptomicina nella tubercolosi rispetto a un placebo.
Insomma le due scienze si affermano come tali in periodi totalmente diversi. Ed è forse questa differente età a rendere conto di una grandissima differenza tra le due scienze: se la fisica è in grado di predirre cosa succede a un corpo in determinate condizioni, la medicina rimane completamente legata all’esperimento ed è in grado di trarre una conclusione, nella stragrande maggioranza dei casi, solo in maniera empirica.
Nella scienza esiste solo la Fisica, tutto il resto è collezione di francobolli.
E. Rutherford
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute