Vita di specializzando - L'articolo perfetto è quello che mette in crisi le certezze

  • Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
  • Attualità mediche
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di Stefano Orsenigo (Specializzando in Anestesia e rianimazione)

L'articolo perfetto, quello che leggi e vorresti appenderti in camera, è quello che ti toglie ogni sicurezza.

Ho già parlato tempo fa della revisione della legge di Starling, base fondante della fisiologia da decenni.
Articoli come questo ti fanno tremare la terra sotto ai piedi, mettono in dubbio tutto ciò che sai e anche la tua pratica clinica quotidiana.
Allo stesso tempo evitano che il tuo cervello si adagi, lo tengono attivo. "Abbiamo sempre fatto così" diventa una frase incompatibile con la tua forma mentis.
 
Questa volta tocca a un articolo uscito su Intensive Care Medicine poco tempo fa. Il titolo non poteva che attirare la mia attenzione: "Sfidare i dogmi dove l'evidenza è non esistente, debole o obsoleta"
Nell'articolo si prendono in esame alcune certezze, di quelle ovvie per tutti, scritte addirittura in linee guida. Siamo di nuovo al livello della legge di Starling, ma nelle applicazioni cliniche.
Il primo trattamento preso di mira è la furosemide nello scompenso cardiaco acuto. Ammetto che dopo aver letto l'articolo fino al punto in cui ne parla, ho sgranato gli occhi e, senza neanche finirlo, l'ho inviato al mio collega cardiologo.
Il secondo colpo viene tirato a una pratica assolutamente quotidiana in qualsiasi terapia intensiva: la profilassi della trombosi venosa profonda in terapia intensiva.
Il terremoto sotto ai piedi.
L'articolo, come se non bastasse, continua mettendo in dubbio altre prassi: mielolisi pontina, la tempistica della somministrazione di antibiotici nella meningite.
Ciascuno di questi argomenti è un caposaldo a medicina. È un qualcosa che è dato assolutamente per assodato.
L'articolo, dopo lo scossone, cerca di suggerire anche qualche soluzione: deve essere possibile affrontare i dogmi. 
Come fare? 
Da una parte si devono educare gli studenti, i tirocinanti ma anche i clinici già esperti a valutare la letteratura a sostegno di qualcosa, non importa quanto data per assodata. 
Dall'altra bisogna rimuovere la paura di uscire dalle "policies", che dovrebbero, secondo gli autori, prendere il nome di "raccomandazioni".
Quale che sia il modo, il punto è sempre lo stesso: per quanto possa essere difficile, dobbiamo essere in grado di mettere in dubbio qualsiasi nostra certezza.
 
 
"Il clinico, non importa quanto venerabile, deve accettare infatti che la sua esprienza, per quanto voluminosa possa essere, non può essere utilizzata come un indicatore accurato di validità scientifica".
Bernard Fisher