Vita di specializzando - Imparare le procedure in specialità

  • Stefano Orsenigo
  • Uniflash
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Qualche tempo fa mi è capitata un'esperienza su cui ho voluto riflettere.
Si trattava di effettura una procedura di una certa complessità e di una certa invasività su una giovane paziente.
Mentre preparavo la strumentazione, controllavo gli esami e la cartella, e mi confrontavo con la paziente, la mia strutturata si avvicina e mi spiega che il medico curante della paziente, essendo quest'ultima sua amica personale, ha chiesto di non far effettuare la procedura a uno specializzando, ma di affidarla al medico strutturato.
Abituato a questo genere di cose, mi sono volentieri fatto da parte e ho osservato la procedura, cercando di catturare con gli occhi quello che non avevo potuto fare con le mani.
Ma intanto pensavo.


Mi era stata negata la possibilità di impratichirmi con una procedura che farà parte del mio lavoro, e non tra tanto tempo.
La mia mente ha vagato ripensando alle molte volte in cui era già successo.
Dopo averci rimuginato a dovere, sono convinto: c'è stato un errore, un fallimento del sistema di formazione degli specializzandi, e questo errore si è normalizzato, è diventato consetudine.
L'errore, è, a mio modo di vedere, duplice, nel caso specifico.
Da una parte, la gestione della procedura è scaturita da un contatto personale del medico curante e della paziente. A questo punto, se si considera migliore la mano dello strutturato rispetto a quella dello specializzando (cosa di cui in realtà sono pienamente convinto, vista la notevole differenza di esperienza) significa che è migliore il trattamento offerto dallo strutturato rispetto a quello dello specializzando e quindi che ad alcuni pazienti viene elargito un trattamento migliore, mentre ad altri pazienti, di fatto di serie B e che non hanno conoscenze utili in questo frangente, viene elargito un trattamento inferiore. Questo è un concetto evidentemente sbagliato a ogni livello e che mina in modo preoccupante la serietà della professione.


Il secondo errore è invece forse più diffuso, ma in qualche modo più difficile da notare. Parte sempre da quel "se" su cui ponevo l'accento pocanzi: anche in questo caso non voglio discutere se lo strutturato sia più bravo dello specializzando o meno, lo considero scontato.
Ma sorge un altro dubbio: se lo strutturato è più bravo, è perchè ha avuto modo di fare esperienza. Se decidiamo che le due cure sono diverse e che cure diverse non si possono fornire a diversi pazienti, a questo punto viene da sè che lo specializzando non dovrebbe effettuare nessun tipo di procedura (in alcuni casi l'esperienza è assolutamente nulla! È evidente che debba esserci un momento in cui lo specializzando effettua la procedura per la prima volta).
Da una parte è comprensibile: perfino alcuni primari dicono "se si trattasse di un mio parente, non vorrei che venisse effettuatta una procedura da chi non ha esperienza", e sicuramente chiunque non sia "addetto ai lavori" la penserà così, almeno di primo acchito.
Mi è sinceramente capitato spesso, a dire il vero anche da studente. Certo, da studente è diverso. 


Mi spiego meglio: è utile che uno studente faccia delle prove di intubazione? Se questa tecnica è richiesta dal suo percorso di studi, la imparerà rapidamente durante la specialità; se d'altra parte non è necessario, come, per esempio, per un dermatologo, probabilmente non è vantaggioso insegnarla. L'insegnamento agli studenti di procedure che non sono necessarie a ogni tipologia di medico forse necessita di essere valutata caso per caso.
Tornando però agli specializzandi è evidente che questa invece sia una necessità. E spesso non viene rispettata.


Quando si chiede consiglio a un collega specializzando, una valutazione di un ospedale in cui egli ha già lavorato, una delle prime cose da sapere è se le procedure vengono offerte frequentemente agli specializzandi o meno. All'interno delle reti formative non esiste uniformità, e anche in questo le differenze tra ospedale e ospedale, tra strutturato e strutturato, sono molto marcate.
Per molte procedure complesse, poi, è esperienza diffusa che non vengano nemmeno proposte allo specializzando e che vengano effettuate direttamente dalla mano più esperta. Per quanto possa sembrare razionale, in realtà, non lo è. Si riduce il numero di tentativi e quindi anche lo stress e il rischio legati alla procedura ma lo scotto da pagare è troppo alto: non si fa formazione.
In effetti, le manovre difficili e meno frequenti dovrebbero essere effettuate, a mio avviso, da chi ha meno esperienza ma ha necessità di crescita.
Gli specializzandi un giorno saranno strutturati, saremo noi, la "mano esperta" a cui affidarsi. E a quel punto, farsi esperienza sarà molto più difficile perchè potrebbero non essere presenti tutor in grado supervisionarci se qualcosa andasse storto.