Vita di specializzando - I telomeri del gemello spaziale
- Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
- Attualità mediche
di Stefano Orsenigo (specializzando in anestesia e rianomazione)
Da sempre la fisica ha fatto da padrona come disciplina nelle previsioni su quello che succede al di fuori dell'atmofera terrestre. Ma negli ultimi anni, con sempre piu astronauti impegnati in missioni oltre l'orbita terrestre bassa, si iniziano a delineare importanti ricerche anche da un punto di vista medico.
Certo, siamo ben lontani da un RCT ben fatto ma, per la prima volta, disponiamo di un caso-controllo. Infatti, giusto un paio di anni fa un gruppo di ricerca della NASA ha pubblicato su Science il Twins study, in cui si mettevano a confronto una serie di end points misurati nei fratelli Kelly (gemelli omozigoti, il sogno di ogni ricercatore).
Mark, rimasto sulla Terra, e Scott, che ha abitato sulla Stazione Spaziale Internazionale per ben 340 giorni. Si trattava della nona persona a rimanere per piu di 300 giorni nello Spazio nella storia!
Sono stati misurati una grande quantità di dati: dalle analisi del microbioma (immancabile vista la direzione della letteratura scientifica degli ultimi venti anni), le analisi dello spessore carotideo, un gran numero di markers di infiammazione, score cognitivi e addirittura la risposta al vaccino antinfluenzale. E abbiamo anche la prova: i vaccini funzionano perfino nello Spazio!
La cosa più strana, però, è stata l'analisi della lunghezza dei telomeri. Per i non addetti ai lavori (o per chi come me comunque si è dovuto fare un ripassino) i telomeri sono le parti terminali dei cromosomi, accorciati a ogni replicazione cellulare, e responsabili della senescenza cellulare: una volta che i telomeri sono troppo corti la cellula non è più in grado di replicarsi, difendendosi in questo modo dall'accumularsi delle mutazioni.
Ecco: gli studi a riguardo, svolti su Scott, il gemello nello spazio, hanno dimostrato che i suoi telomeri si sono ridotti in maniera significativamente inferiore rispetto a suo fratello.... E se non bastasse a stupirci questo inspiegabile fenomeno, a rincarare la dose abbiamo anche scoperto una cosa ancor più strabiliante: poco dopo il suo rientro sulla terra, i telomeri sono rapidamente tornati alle dimensioni normali, non diverse da quelle di Mark.
Perchè?
La risposta della Nasa e dei vari ricercatori che hanno pubbicato su Science è molto precisa: "non ne abbiamo la minima idea". Quello di cui però siamo sicuri è l'interesse che dobbiamo porre nel capire meglio questo fenomeno. Infatti sappiamo bene come l'alterazione della lunghezza dei telomeri sia un evento tipico della cancerogenesi.
Ecco allora che, ancora una volta, dallo Spazio potrebbe venire una risposta a un problema decisamente attuale.
Nonostante le enormi possibilità che ci vengono dall'astrofisica e dalla medicina spaziale, rimango però sempre convinto che c'è un motivo ancora più grande e importante per cui non dovremmo mai smettere di rivolgere i nostri sforzi alla ricerca in campo spaziale: la naturale meraviglia che ciascuno di noi prova a fissare il cielo, naso all'insù, incantato dall'infinita volta stellata.
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