Vaccino booster contro Omicron: facciamo il punto


  • Paolo Spriano
  • Uniflash
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La vaccinazione COVID-19 fornisce una protezione significativa contro la malattia sintomatica e grave. Tuttavia, l'emergenza di varianti anti-genicamente distinte, come Omicron e le sue sotto-varianti, ha ridotto significativamente l'efficacia degli attuali regimi vaccinali, che si basano sulla variante ancestrale (simile a Wuhan). A questo punto è importante chiarire alcuni aspetti dello sviluppo futuro del vaccino per orientare meglio medici e pazienti. In primo luogo, se c'è un vantaggio nel passare dagli attuali vaccini a base ancestrale per incorporare proteine ​​spike varianti e quanto è importante, passando a un vaccino modificato con variante, che l'immunogeno sia strettamente correlato anti-genicamente alla proteina spike della variante circolante. 

Nuovi booster: una valutazione di efficacia

Una meta-analisi dei dati disponibili sui titoli di neutralizzazione da studi clinici ha confrontano la vaccinazione di richiamo con gli attuali vaccini derivati dal ceppo ancestrale o con vaccini da variante modificata e i risultati suggeriscono che i booster aggiornati offrono più o meno lo stesso livello di protezione di una dose extra dei vaccini più vecchi, in particolare quando l’obiettivo principale è quello di evitare l’ospedalizzazione (1).

Nel dettaglio lo studio ha evidenziato che un vaccino a base ancestrale aumentava i titoli di neutralizzazione in media di 11 volte rispetto ai titoli pre-richiamo (IC 95% 8-15.2) e i vaccini con variante modificata hanno prodotto una neutralizzazione più potente delle varianti testate, ma senza una differenza significativa rispetto ai vaccini a base ancestrale (p = 0,46). I vaccini modificati con variante producevano in media 1,51 volte [IC 95% 1,4-1,6] titoli più alti rispetto al vaccino ancestrale equivalente (p <0,0001). I benefici relativi di un vaccino modificato con variante dipendono molto dall'immunità della popolazione sottostante (pre-richiamo) alle infezioni per la variante attualmente in circolazione.

Lo studio ha previsto che il potenziamento con un booster a base ancestrale che aumenti i titoli anticorpali neutralizzanti di 11 volte aumenterà questo valore fino a una media del 98% di protezione da malattie gravi per un periodo di sei mesi successivo al potenziamento e un booster modificato con variante che produca 1,5 volte in più neutralizzare i titoli anticorpali aumenterebbe la protezione in media del 98,8%, ovvero 0,8 punti percentuali aggiuntivi di protezione in media da COVID-19 grave rispetto a un booster a base ancestrale.

Questo corrisponderebbe a 8 casi gravi aggiuntivi evitati ogni 1.000 casi gravi che si sarebbero verificati in una popolazione naive nel periodo di sei mesi. Tuttavia, nei casi in cui l'immunità sottostante alla variante circolante fosse maggiore o minore (come potrebbe verificarsi nel contesto di una variante anti-genicamente distinta o dopo il declino dell'immunità), i benefici relativi di un booster variante rispetto a un booster ancestrale potrebbero variare.

Lo scenario in Italia

In Italia, secondo il report GIMBE del 8 settembre (1), ci sono 6,82 milioni di soggetti non vaccinati, di cui 1,2 milioni di guariti protetti solo temporaneamente le persone che non hanno ancora ricevuto la terza dose sono 7,6 milioni, di cui 2,39 milioni di guariti che non possono riceverla immediatamente. Le quarte dosi di vaccino derivato dal ceppo ancestrale sono state somministrate solo in 2,3 milioni di dosi, con una popolazione di quasi 13 milioni di over 60 in cui è raccomandato, senza ulteriori attese e viste le incertezze derivanti dalla mancanza di un piano vaccinale per il prossimo autunno-inverno e di gestione della pandemia in questa fase di campagna elettorale (2).

Lo scorso 5 settembre 2022, AIFA ha dato il via libera ai vaccini bivalenti Pfizer e Moderna, aggiornati alla variante Omicron BA.1, già approvati dall’ente regolatorio europeo EMA come booster per tutti gli over 12.

La dose booster può essere somministrata dopo almeno tre mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla terza dose. Rispetto al vaccino monovalente originale, quello aggiornato induce una maggiore risposta anticorpale sia nei confronti di Omicron BA.1 che di BA.4 e BA.5, con un profilo di sicurezza sovrapponibile. Considerato che Omicron BA.1 non circola più in Italia e che i vaccini aggiornati a BA.4 e BA.5 sono in dirittura di arrivo, il ruolo di questo primo vaccino aggiornato sembra marginale, anche perché non disponiamo di prove di efficacia sull’infezione e, soprattutto, sulla malattia grave. Quello che è davvero importante per gli over 60 e i soggetti fragili è non perdere tempo e fare al più presto la quarta dose con qualunque vaccino disponibile. La popolazione generale che deve completare il ciclo primario con la terza dose può optare per il vaccino “tradizionale”, per quello aggiornato a BA.1, oppure attendere quello sviluppato per BA.4 e BA.5, la cui approvazione EMA è prevista per metà settembre (2).

Booster aggiornati: il parere degli esperti

Alla fine di giugno, Pfizer BioNTech e Moderna hanno presentato alla FDA i dati umani sul vaccino BA.1 e anche i dati di laboratorio e animali sui candidati ai vaccini BA.4 e BA.5. Entrambe le società hanno dimostrato che i vaccini BA.1 hanno attivato risposte anticorpali verso BA.4 e BA.5, ma inferiori a quelle per BA.1.

I dati presentati hanno mostrato effetti collaterali dei vaccini aggiornati simili a quelli del vaccino originale, per lo più di grado lieve, come dolore al sito di iniezione e affaticamento.

Negli studi sui topi, presentati alla FDA, Pfizer ha affermato che il suo nuovo booster ha aumentato le risposte anticorpali a tutte le varianti di Omicron, comprese BA.4 e BA.5. Gli studi clinici sull'uomo sono in corso, ma al momento i risultati non sono disponibili. I risultati sul booster BA.4 e BA.5, della sperimentazione clinica di Moderna, sono attesi per il quarto trimestre del 2022 e Pfizer ha dichiarato che è imminente l’inizio di una sperimentazione.

Un quadro problematico secondo il parere di alcuni esperti, come è stato riportato da Medscape (3).

Paul Offit, un medico specialista in malattie infettive e direttore del Vaccine Education Center presso il Children's Hospital di Philadelphia, ritiene che la mancanza di dati convincenti sugli anticorpi neutralizzanti contro BA4 e BA5 nelle persone sia un problema e che l'approccio migliore sia puntare sul vaccino a coloro che sono più a rischio di COVID-19 grave, come anziani e soggetti con gravi condizioni di co-morbidità o immunocompromessi.

Eric Topol, vicepresidente esecutivo di Scripps Research e redattore capo di Medscape, concorda con l'approccio "aggressivo" della FDA, per un vaccino BA.5 disponibile per la revisione a solo 2 mesi dalla richiesta, anche se non è così facile estrapolare i dati dal topo all'uomo per SARS-CoV-2, un virus abbastanza diverso dall’influenza.

La mancanza di dati sugli umani non preoccupa William Schaffner, professore di medicina preventiva alla Vanderbilt University di Nashville, perché se la priorità è contrastare la prossima ondata invernale "..e aspetti i dati della sperimentazione clinica, non avrai un vaccino aggiornato in tempo". Concetto ripreso da Katelyn Jetelina, epidemiologa ed esperta di politiche sanitarie, rinforzando "pretendere di avere disponibili un vaccino efficace e i dati clinici è semplicemente una fantasia contro questo virus in rapida evoluzione".

In sintesi, sembra che i benefici marginali di un vaccino basato su BA.4 e BA.5 siano sufficienti per giustificare il loro impiego, senza dimenticare l’estrema efficacia dei vaccini disponibili. La maggior parte delle risposte alle incertezze sui nuovi booster attende sia i dati della sperimentazione clinica che quelli del mondo reale e per ora qualsiasi booster COVID-19 rappresenta una buona scelta, la cosa più importante è farlo.