Un polimorfismo nucleare aumenta la sopravvivenza e la risposta alle cure nel tumore ovarico sieroso

  • Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
  • Attualità mediche
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di SIF (Società italiana di farmacologia)

Il tumore ovarico è uno dei tumori ginecologici a più elevato tasso di mortalità, con circa 200.000 morti registrati ogni anno nel mondo. Al fine di ridurre la mortalità di questo tumore, il cui istotipo più frequente è quello sieroso ad alto grado (HGSOC), l’identificazione di nuovi biomarcatori rimane un obiettivo clinico primario. Tra i possibili target terapeutici, gli RNA non codificanti tra cui i long-noncoding RNA (lncRNA), hanno attratto l’interesse crescente della ricerca.

In particolare, il lncRNA Colon Cancer Associated Transcript 2 (CCAT2) situato sul cromosoma 8q24 in prossimità dell’oncogene MYC, è risultato essere un potenziale oncogene nel cancro colorettale ed è stata osservata una sua implicazione nei processi di metastatizzazione e proliferazione in diverse tipologie di tumore, incluso il tumore ovarico. Ghoussaini e colleghi sono stati i primi ad identificare un’associazione tra il locus 8q24.21.a e un aumentato rischio di sviluppare un tumore ovarico, mentre altri studi hanno dimostrato come l’espressione di CCAT2 sia correlata ad un tempo più breve di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e di sopravvivenza globale (OS) nelle pazienti affette da tale neoplasia.

In uno studio precedente, l’analisi dello SNP rs6983267 (G>T) localizzato sul lncRNA CCAT2 ha, inoltre, mostrato, che la presenza dell’allele G aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumore ovarico. Nonostante un numero crescente di evidenze che associano l’espressione di CCAT2 con il rischio di tumore ovarico, al contrario, i dati a supporto di una possibile correlazione tra lo SNP rs6983267 e l’outcome clinico delle pazienti, sono ancora molto limitati.


A tal proposito, lo scopo del presente studio è stato quello di valutare l’associazione tra rs6983267 e l’outcome clinico di pazienti con HGSOC, in termini di sopravvivenza e risposta alla chemioterapia.
Nello studio sono state coinvolte un totale di 98 pazienti affette da HGSOC, delle quali è stato valutato il DNA somatico per lo SNP rs6983267; dall’analisi è emerso una prevalenza delle pazienti portatrici di almeno un allele di rischio (GG+GT= 69% vs TT= 31%).

Le pazienti con genotipo rs6983267 TT hanno mostrato un rischio cinque volte maggiore di sviluppare un tumore ovarico con uno stadio FIGO più alto e una probabilità quattro volte maggiore di rispondere alla chemioterapia rispetto alle pazienti con genotipo GG o GT. Non sono state, invece, osservate variazioni significative in termini di OS o PFS in relazione ai diversi genotipi di rs6983267.

L’analisi multivariata ha mostrato come le pazienti con genotipo TT hanno avuto un incremento statisticamente significativo del tempo di sopravvivenza rispetto alle donne portatrici di almeno un allele G, nonostante alle pazienti con genotipo TT vengano generalmente diagnosticati tumori in stadio più avanzato. Sono necessari, però, ulteriori studi volti a conoscere il meccanismo e il ruolo specifico di CCAT2 nel cancro ovarico e resta da indagare se questo lncRNA possa essere bersaglio di eventuali nuovi trattamenti efficaci contro il tumore ovarico. A tale proposito, gli eventuali trattamenti con bersaglio CCAT2 potrebbero avere una maggiore efficacia a seconda del genotipo di rs6983267.


Benché i dati presentati dallo studio siano di potenziale rilevanza clinica, tuttavia, va sottolineato che lo studio è stato effettuato su una coorte relativamente piccola, pertanto per confermare e avvalorare questi risultati sarebbe opportuno ampliare il numero di pazienti analizzate effettuando uno studio indipendente e possibilmente multicentrico.


In conclusione, questo studio ha permesso di identificare una correlazione tra lo SNP rs6983267 e il rischio di sviluppare il tumore ovarico in stadio avanzato e ha consentito, inoltre, di dimostrare come il genotipo rs6983267 TT sia associato ad un incremento della sopravvivenza e ad una migliore risposta alla chemioterapia.