Un nuovo strumento per migliorare l’assistenza psicologica ai pazienti con mesotelioma

  • Elena Riboldi
  • Uniflash
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Gli strumenti di cui oggi disponiamo per valutare il disagio psicologico dei pazienti con tumore del polmone non sono adatti per fare emergere le dinamiche complesse coinvolte nel mesotelioma maligno (MM). Alcuni ricercatori italiani hanno perciò deciso di sviluppare uno strumento in grado di valutare la sofferenza psicologica di questo specifico gruppo di pazienti: il Mesothelioma Psychological Distress Tool – Patients (MPDT-P). Il primo test di validazione, i cui risultati sono stati pubblicati nella sezione di psiconcologia della rivista Frontiers in Psycology, è incoraggiante.

 “Nei pazienti con MM il disagio psicologico è legato soprattutto all’eziologia professionale della malattia. Infatti, a differenza di altri tumori, nell’insorgenza del MM una certa responsabilità può essere attribuita alle aziende e alle attività industriali – spiegano gli autori dello studio, sottolineando come la presenza di un colpevole esterno plasmi la reazione emotiva e comportamentale del paziente e della sua famiglia – Per riprendere il controllo in una condizione di impotenza e ridurre al minimo la propria responsabilità per essersi ammalati e avere esposto i propri cari a minacce ambientali invisibili, l’atteggiamento aggressivo dei pazienti con MM può assumere la forma della rivendicazione e dell’azione legale per ricevere una compensazione economica. Tuttavia, l’iter legale per ottenere giustizia e risarcimento può diventare una fonte di stress per questi pazienti, ancora grati agli ex datori di lavoro per avere dato loro un impiego e mezzi di sussistenza per molti anni”.

Allo sviluppo del nuovo PROM (patient-reported outcome measure) hanno collaborato ricercatori di numerosi istituti italiani, tra cui le Università di Roma (Roma Tre), di Milano e di Torino, l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica della Toscana e l’Azienda Ospedaliera di Alessandria. I ricercatori hanno innanzitutto effettuato una ricerca sistematica della letteratura per identificare le dimensioni della sofferenza psichica dei pazienti con MM. Hanno quindi sviluppato un questionario e lo hanno sottoposto alla valutazione qualitativa di un gruppo di esperti. Infine, lo hanno somministrati a 149 pazienti individuati tramite il Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM).

Il questionario MPDT-P consiste in 20 domande, di cui le prime 13 si riferiscono alla reazione al trauma e le successive 7 alla richiesta di giustizia. La prima sezione si focalizza sulle reazioni cognitive (es. pensieri intrusivi), emotive (es. paura della morte) e fisiche (es. sudorazione e tachicardia) al cancro. Studi qualitativi dell’esperienza soggettiva dei pazienti con MM hanno messo in luce che essi si sentono biasimati e stigmatizzati per la malattia e che, anche a distanza di decenni dall’esposizione all’amianto, può persistere un senso di colpa per non avere agito diversamente. La seconda sezione analizza la rabbia, la sensazione di essere stati ingannati e il desiderio di ricevere una compensazione economica per quel che si sta passando.

“Individuare le dinamiche mentali legate all’impatto traumatico della malattia è un processo cruciale, ma difficile, complicato dalla riluttanza dei pazienti con MM a condividere apertamente i propri pensieri e come si sentono – commentano gli autori – I nostri risultati forniscono un’evidenza preliminare del fatto che il Mesothelioma Psychological Distress Tool-Patients potrebbe essere uno strumento promettente e affidabile per valutare il disagio psicologico dei pazienti con MM. I prossimi studi dovrebbero validare i nostri risultati sulla capacità del questionario MPDT-P di identificare i soggetti a rischio di sviluppare psicopatologie gravi”.