Un nuovo modello per predire il rischio di tromboembolismo nei pazienti oncologici

  • Cristina Ferrario — Agenzia Zoe
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Messaggi chiave

  • Un modello predittivo validato su una casistica esterna e basato sulla categoria di rischio in base alla localizzazione del tumore e sulla concentrazione di D-dimero è in grado di predire il rischio di tromboembolismo venoso in pazienti ambulatoriali con tumori solidi.
  • Il modello è semplice e rappresenta un considerevole miglioramento rispetto ai modelli oggi esistenti per predire il tromboembolismo venoso associato al cancro.
  • Il modello può aiutare i medici a selezionare i pazienti che potrebbero trarre beneficio da strategie di tromboprofilassi.

Descrizione dello studio

  • Utilizzando i dati della coorte prospettica dello studio Vienna Cancer and Thrombosis Study (CATS; n=1.423) sono state selezionate le variabili prognostiche da inserire nel modello.
  • Il modello è stato in seguito validato sulla coorte dello studio prospettico Multinational Cohort Study to Identify Cancer Patients at High Risk of Venous Thromboembolism (MICA; n=832).
  • Sono stati calcolati i c-index per mostrare come l’incidenza predetta delle trombosi venose confermate all’esame obiettivo a 6 mesi si rapportasse con le incidenze cumulative a 6 mesi osservate in entrambe le coorti.
  • Fonte di finanziamento: Austrian Science Fund, Austrian National Bank Memorial Fund e ospedali partecipanti.

Risultati principali

  • Per l’inclusione nel modello di predittività clinica finale sono state selezionate due variabili: la categoria di rischio in base al sito del tumore (basso o intermedio vs alto vs molto alto) e le concentrazioni di D-dimero.
  • La sottodistribuzione a variabili multiple degli hazard ratio (HR) è stata 1,96 (p=0,0001) per rischio alto o molto alto versus basso o intermedio e 1,32 (p=0,001) per concentrazioni raddoppiate di D-dimero.
  • I c-index cross-validati del modello finale sono stati 0,66 nella coorte CATS e 0,68 nella coorte MICA.
  • Il modello di predittività clinica è risultato ugualmente calibrato in entrambe le coorti.

Limiti dello studio

  • Modalità di valutazione delle concentrazioni di D-dimero diverse da quelle utilizzate negli studi presi in considerazione potrebbero portare a risultati differenti.
  • Non è possibile determinare la validità predittiva del modello sui singoli esiti di trombosi e di embolia.
  • La popolazione inclusa nello studio proveniva da centro accademici e non riflette probabilmente la reale popolazione oncologica.

Perché è importante

  • Il tromboembolismo venoso (trombosi venosa profonda ed embolia polmonare) è una complicazione oncologica comune, con un’incidenza pari a 1-20% dei pazienti con cancro.
  • La profilassi con eparina a basso peso molecolare dimezza il rischio.
  • La riduzione assoluta del rischio rimane comunque limitata per la maggior parte dei pazienti oncologici ambulatoriali, che presentano un rischio pari a circa 3-5% nel primo mese di chemioterapia.
  • Esistono inoltre rischi associati alla terapia anticoagulante.
  • Servono modelli che permettano di predire in modo semplice il rischio di tromboembolismo e di selezionare di conseguenza i pazienti più adatti a un intervento di profilassi anticoagulante.