Un aiuto farmacologico per i ragazzi con obesità
- Alessia De Chiara
- Uniflash
Un nuovo studio supporta l’utilizzo precoce della semaglutide per il trattamento dell’obesità negli adolescenti. La ricerca, un’analisi secondaria del trial STEP TEENS, mostra come il farmaco abbia portato quasi i 3/4 dei partecipanti che lo hanno preso a un miglioramento dell’indice di massa corporea (IMC) che è sceso di almeno 1 categoria. Oltre il 40% è riuscito a raggiungere un IMC da normopeso o in sovrappeso. “È importante sottolineare che questi miglioramenti sono stati osservati in tutto lo spettro dell’obesità, indipendentemente dal sesso e dall’età dei partecipanti" scrivono gli autori su Obesity. "Pertanto la semaglutide rappresenta un’opzione terapeutica efficace per gli adolescenti con obesità, incluso obesità grave, che è improbabile raggiungano e mantengano tali gradi di riduzione del peso con la sola modifica dello stile di vita”.
Nuova analisi nuovi risultati
Nello studio STEP TEENS pubblicato nel 2022 su New England Journal of Medicine la semaglutide, somministrata per via sottocutanea una volta alla settimana alla dose di 2,4 mg, ha aiutato gli adolescenti a perdere peso. Il farmaco si è dimostrato superiore al placebo in termini di variazione percentuale media dell’IMC dal basale alla settimana 68. “Inoltre, il trattamento con semaglutide ha portato anche a un miglioramento clinicamente significativo di diversi fattori di rischio cardiometabolico e della qualità di vita” affermano i ricercatori i quali sottolineano come per gli operatori sanitari possa essere utile capire se il trattamento è in grado di far passare i giovani pazienti a una categoria di IMC al di sotto di quella che determina la soglia di obesità
STEP TEENS ha incluso 201 adolescenti tra i 12 e i 18 anni con IMC uguale o superiore al 95o percentile o all’85o con almeno una comorbilità legata al peso (per esempio il diabete di tipo 2) che avevano provato almeno una volta a perdere peso con la dieta, senza successo. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere il farmaco o un placebo per 68 settimane più un intervento sullo stile di vita che comprendeva consulenze su una sana alimentazione e attività fisica.
Per le analisi, dalle quali è stato escluso un partecipante perché in sovrappeso e non obeso, i ragazzi sono stati classificati nelle diverse classi di obesità (obesity class, OC), delineate dalle curve di crescita dell’IMC dei Centers for Disease Control and Prevention, che vanno dalla OCI alle due più gravi, OCII e OCIII.
Quasi la metà dei ragazzi trattati con il farmaco (il 45%) ha raggiunto un peso nella norma o è rientrato nella categoria del sovrappeso, una percentuale maggiore rispetto a quella dei partecipanti che hanno ricevuto il placebo (circa il 12%, OR 22,7).
Le probabilità di ottenere un miglioramento di almeno una classe di IMC è risultata maggiore con il farmaco che con il placebo (OR 23,5). È stato notato un miglioramento nel 73,7% dei ragazzi trattati con semaglutide e nel 19% di quelli che hanno ricevuto il placebo. Da notare che una percentuale maggiore di partecipanti nel gruppo semaglutide è migliorata di almeno 2 categorie di IMC (44,9% contro 3,4%).
Gli autori hanno notato che le risposte tendono a essere migliori nelle donne e nei più giovani, ma sottolineano che i risultati non sono significativi e che lo studio non è stato progettato per stimare differenze tra i sessi. Sarà quindi necessario condurre ulteriori ricerche al riguardo.
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