Un’alternativa agli antibiotici per combattere le infezioni da Staphylococcus aureus

  • Elena Riboldi
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • L’endolisina ricombinante XZ.700 è in grado di ostacolare la colonizzazione della cute dei pazienti con linfoma cutaneo a cellule T (CTCL) da parte dello Staphylococcus aureus.
  • L’endolisina XZ.700 potrebbe rappresentare un’alternativa agli antibiotici nei pazienti con CTCL e in generale nei pazienti con infezioni da S. aureus resistente agli antibiotici (MRSA).
  • Inoltre, in vitro, il trattamento con endolisina contrasta l’effetto pro-tumorale dello S. aureus.

 

Perché è importante

  • Le infezioni da S. aureus possono essere molto serie e talvolta fatali nei pazienti con sistema immunitario indebolito.
  • I ceppi di S. aureus antibiotico-resistenti sono sempre più diffusi, servono nuovi agenti antimicrobici.
  • I pazienti con CTCL sono suscettibili alle infezioni da S. aureus, ma una profilassi antibiotica duratura li espone al rischio di sviluppare resistenza.
  • Si sospetta che la enterotossina stafilococcica possa sostenere la proliferazione delle cellule maligne, attraverso un meccanismo indiretto che coinvolge i linfociti T non maligni, favorendo la progressione del CTCL.

 

Come è stato condotto lo studio

  • L’endolisina XZ.700 è stata testata in vitro ed ex vivo su campioni di cute.
  • Le endolisine sono enzimi dei batteriofagi capaci di idrolizzare i peptidoglicani; essendo selettive per una certa composizione di peptidoglicani, l’azione antimicrobica è specie-specifica e risparmia i batteri commensali.

 

Risultati principali

  • L’XZ.700 ha mostrato un’azione battericida dose-dipendente su ceppi di S. aureus di laboratorio e isolati da pazienti con CTCL.
  • Aggiunta assieme allo S. aureus, l’XZ.700 ha inibito la colonizzazione batterica di campioni di cute di soggetti sani; testata sulla cute già colonizzata l’XZ.700 ha ridotto la concentrazione batterica in modo dose-dipendente (alla concentrazione di 10 µg/ml l’eradicazione è stata quasi completa).
  • Aggiunta assieme allo S. aureus, l’XZ.700 ha inibito la colonizzazione batterica di campioni di cute lesionata di pazienti con CTCL.
  • In campioni di cute sana, l’XZ.700 ha contrastato l’induzione di interferone gamma e della chemochina CXCL10, ritenuti importanti per la patogenesi del CTCL.
  • In vitro, l’XZ.700 ha ridotto la conta batterica e il rilascio di enterotossina stafilococcica sotto la soglia necessaria allo S. aureus isolato dai pazienti per indurre la proliferazione linfociti T maligni.