Tumore ovarico recidivante: rucaparib prolunga la PFS in una sperimentazione di fase 3

  • Kristeleit R & al.
  • Lancet Oncol

  • Univadis
  • Notizie di oncologia
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Conclusioni

  • Rucaparib migliora la sopravvivenza libera da progressione (progression-free survival, PFS) delle pazienti affette da tumore ovarico con mutazioni di BRCA1/2 recidivante rispetto alla chemioterapia a base di platino.
  • Il tasso di eventi avversi emergenti dal trattamento (treatment-emergent adverse event, TEAE) gravi e di grado ≥3 è più elevato con rucaparib.

Perché è importante

  • I risultati confermano rucaparib come un’opzione terapeutica alternativa alla chemioterapia per queste pazienti.

Disegno dello studio

  • Sperimentazione di fase 3, randomizzata ARIEL4 di pazienti affette da tumore ovarico positivo per mutazioni di BRCA1/2 recidivante assegnate casualmente in rapporto 2:1 a rucaparib o a chemioterapia a base di platino.
  • Finanziamento: Clovis Oncology.

Risultati principali

  • Il follow-up mediano è stato di 25,0 mesi.
  • La PFS mediana è risultata significativamente più lunga nel gruppo trattato con rucaparib rispetto al gruppo assegnato a chemioterapia:
    • popolazione di efficacia (pazienti senza mutazioni di reversione di BRCA), 7,4 rispetto a 5,7 mesi (HR=0,64; P=0,0010);
    • popolazione “intent-to-treat”, 7,4 rispetto a 5,7 mesi (HR=0,67; P=0,0017).
  • Nei gruppi trattati con rucaparib e con chemioterapia, rispettivamente:
    • i tassi di TEAE di grado ≥3 sono risultati del 59% e del 38%; i più comuni sono stati anemia e neutropenia;
    • i tassi di TEAE gravi sono risultati del 27% e del 12%.
    • 3 decessi sono stati giudicati potenzialmente correlati a rucaparib.

Limiti

  • Studio in aperto.