Tumore ovarico: la terapia di mantenimento con niraparib ritarda la progressione
- Wu XH & al.
- Ann Oncol
- Univadis
- Notizie di oncologia
Conclusioni
- Il trattamento di mantenimento con niraparib è collegato a un rischio inferiore del 68% di progressione della malattia o di decesso e a un prolungamento della sopravvivenza libera da progressione (progression-free survival, PFS) rispetto al placebo nelle pazienti con tumore ovarico recidivante platino-sensibile.
- Il dosaggio personalizzato di niraparib è efficace e sicuro.
Perché è importante
- I risultati giustificano la convalida della dose iniziale personalizzata (individualized starting dose, ISD) in pazienti di altre etnie.
Disegno dello studio
- Studio di fase 3, in doppio cieco NORA, Cina.
- 265 pazienti con tumore ovarico recidivante platino-sensibile sono state assegnate casualmente in rapporto 2:1 a niraparib per via orale o placebo corrispondente.
- 249 pazienti hanno ricevuto una ISD dopo l’emendamento del protocollo.
- Finanziamento: Zai Lab.
Risultati principali
- Il follow-up mediano è stato di 15,8 mesi.
- La PFS mediana è risultata significativamente maggiore con niraparib rispetto al placebo:
- 18,3 rispetto a 5,4 mesi;
- HR=0,32 (P<0,0001).
- Niraparib è risultato associato a una PFS mediana significativamente più lunga:
- nelle pazienti con mutazioni germinali di BRCA,
- non raggiunta rispetto a 5,5 mesi;
- HR=0,22 (IC 95%, 0,12-0,39);
- nelle pazienti senza mutazioni germinali di BRCA,
- 11,1 rispetto a 3,9 mesi;
- HR=0,40 (IC 95%, 0,26-0,61).
- nelle pazienti con mutazioni germinali di BRCA,
- Le pazienti che hanno ricevuto una ISD hanno evidenziato un miglioramento della PFS con niraparib rispetto al placebo:
- 18,3 rispetto a 5,4 mesi;
- HR=0,30 (IC 95%, 0,21-0,43).
- I tassi di eventi avversi emergenti dal trattamento di grado ≥3 sono risultati maggiori con niraparib (50,8% vs. 19,3%).
- Quelli più comuni sono stati riduzione della conta dei neutrofili (20,3% vs. 8,0%) e anemia (14,7% vs. 2,3%).
Limiti
- Lo stato in relazione al deficit di ricombinazione omologa era sconosciuto.
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