Tumore mammario allo stadio iniziale ad alto rischio: abemaciclib riduce il rischio di recidiva

  • Univadis
  • Notizie di oncologia
L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano

Conclusioni

  • Abemaciclib + terapia endocrina (rispetto alla sola terapia endocrina) presentano un rischio inferiore di recidiva 4 anni dopo la randomizzazione secondo un’analisi ad interim preprogrammata della sperimentazione monarchE sul tumore mammario allo stadio iniziale ad alto rischio, positivo per i recettori ormonali (hormone receptor, HR), negativo per il recettore 2 del fattore di crescita dell’epidermide umano (human epidermal receptor 2, HER2), con linfonodi positivi.

Perché è importante

  • Si ritiene che i risultati cambieranno la pratica clinica, confermando il già riportato rapporto rischi-benefici positivo dell’uso adiuvante di abemaciclib (un inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6).
  • Il follow-up a lungo termine è in corso.

Disegno dello studio

  • Risultati a 4 anni dello studio monarchE, una sperimentazione clinica di fase 3, randomizzata, in aperto condotta presso 603 centri in 38 Paesi su pazienti affetti da tumore mammario allo stadio iniziale (stadi I–III) ad alto rischio di recidiva in virtù della presenza di ≥4 linfonodi ascellari positivi o di 1–3 linfonodi positivi e malattia di grado 3 o dimensioni del tumore ≥5 cm.
  • I partecipanti, 5.601 donne e 36 uomini, sono stati randomizzati ad abemaciclib (150 mg per via orale due volte al giorno per 2 anni) + terapia endocrina a scelta del medico per un massimo di 10 anni rispetto alla sola terapia endocrina (l’attuale standard di cura).
  • Esito primario: sopravvivenza libera da malattia invasiva, definita come il tempo dalla randomizzazione al primo evento di recidiva locale o regionale, recidiva controlaterale, secondo tumore primitivo invasivo non mammario, recidiva a distanza o decesso per qualsiasi causa.
  • Finanziamento: Eli Lilly.

Risultati principali

  • Dopo un follow-up mediano di 42 mesi (la seconda analisi ad interim), è stata osservata una sopravvivenza libera da malattia invasiva più lunga nel gruppo trattato con abemaciclib rispetto al gruppo in terapia endocrina (HR=0,664; IC 95%, 0,578–0,762).
  • Dopo 4 anni, la differenza assoluta nella sopravvivenza libera da malattia invasiva è risultata del 6,4% (85,8% nel gruppo trattato con abemaciclib rispetto al 79,4% nel gruppo in terapia endocrina), un tasso superiore rispetto alla differenza del 2,8% osservata dopo 2 anni e della differenza del 4,8% dopo 3 anni.
  • È stata osservata una sopravvivenza libera da recidiva a distanza più lunga (primo evento di recidiva a distanza o decesso per qualsiasi causa) nel gruppo trattato con abemaciclib rispetto al gruppo in terapia endocrina (HR=0,659; IC 95%, 0,567–0,767).
  • Il tasso di mortalità è risultato del 5,6% nel gruppo trattato con abemaciclib rispetto al 6,1% nel gruppo in terapia endocrina (HR=0,929; IC 95%, 0,748–1,153).
  • Gli eventi avversi di grado 3–4 più comuni con abemaciclib rispetto alla terapia endocrina sono stati neutropenia (rispettivamente 19,7% e 0,8%), leucopenia (rispettivamente 11,4% e 0,4%) e diarrea (rispettivamente 7,8% e 0,2%).
  • Eventi avversi gravi: rispettivamente 15,5% e 9,1%, con 2 decessi correlati al trattamento rispetto a nessuno nel gruppo in terapia endocrina.

Limiti

  • Disegno in aperto.
  • Follow-up di durata limitata per la determinazione della sopravvivenza complessiva (overall survival, OS).