Trattare l’ipertensione durante un ricovero non è sempre una buona idea

  • Alessia De Chiara
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • In anziani ricoverati in ospedale e con pressione arteriosa elevata asintomatica, un trattamento farmacologico intensivo è associato a un rischio maggiore di eventi avversi, soprattutto se si tratta di farmaci endovena.
  • I risultati suggeriscono che, a meno che non ci siano prove di danno d’organo, un simile trattamento potrebbe essere pericoloso e sottolineano la necessità di studi randomizzati.

 

Perché è importante 

  • Un innalzamento della pressione arteriosa asintomatico è frequente negli anziani ricoverati in ospedale, ma non ci sono studi clinici o raccomandazioni di società scientifiche che indirizzino le decisioni in merito al trattamento.
  • Il rischio di sovratrattamento potrebbe ridursi aumentando l’attenzione sulla corretta misurazione della pressione, la sua conferma e la valutazione dei fattori reversibili per innalzamenti transitori; in ogni caso, la somministrazione endovenosa di antipertensivi andrebbe evitata.

 

Come è stato condotto lo studio

  • Lo studio retrospettivo ha incluso oltre 66.000 veterani di età media di circa 74 anni ricoverati in ospedale per cause non di tipo cardiovascolare con pressione elevata nelle prime 48 ore dal ricovero.
  • Circa il 21% (poco più di 14.000) ha ricevuto un trattamento intensivo con antipertensivi per via orale o endovena non usati in precedenza.

 

Risultati principali

  • I pazienti che avevano ricevuto il trattamento intensivo nelle prime 48 ore hanno assunto un numero aggiuntivo di antipertensivi maggiore durante il ricovero.
  • I pazienti che hanno ricevuto tale trattamento hanno avuto una maggiore probabilità di andare incontro all’outcome primario che considerava mortalità, trasferimento in unità di terapia intensiva, ictus, danno renale acuto, innalzamento del peptide natriuretico di tipo B (OR 1,28).
  • In questi pazienti è stata riscontrata anche una probabilità isolata maggiore di tutti gli eventi dell’outcome primario a eccezione di ictus e mortalità.
  • Il rischio più alto è stato osservato tra chi ha ricevuto i farmaci per via endovenosa (OR 1,90).
  • I risultati sono stati coerenti in diversi sottogruppi analizzati in base a età, fragilità, pressione alla visita ambulatoriale e storia di malattia cardiovascolare.