Teclistamab nel mieloma multiplo recidivato o refrattario, i risultati
- Alessia De Chiara
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- Il trattamento con teclistamab ha permesso di ottenere un alto tasso di risposte durature in un gruppo di pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario.
- L’anticorpo potrebbe apportare benefici a una popolazione più ampia di quella attualmente trattata, sebbene sia talvolta gravato da effetti collaterali importanti.
Dei 165 pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario dopo almeno 3 linee di terapia che hanno ricevuto iniezioni settimanali di teclistamab, otre il 60% ha ottenuto benefici. Di questi, il 40% ha raggiunto una risposta completa o un miglioramento. Inoltre, non sono state trovate tracce di malattia minima residua (MRD) in circa il 27% dei pazienti. Sono questi alcuni dei risultati principali delle fasi 1-2 dello studio MajesTEC-1, appena pubblicati su New England Journal of Medicine.
Teclistamab è un anticorpo bispecifico che mira sia al CD3 espresso sulla superfice delle cellule T sia all’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA). In questo modo media l’attivazione delle cellule T e, quindi, determina la lisi delle cellule tumorali che esprimono BCMA. La fase 1 dello studio, condotta su 40 pazienti, aveva già permesso di definire la dose di farmaco e ne aveva mostrato un’efficacia promettente.
Lo studio ha coinvolto 165 pazienti, arruolati presso 35 siti in 9 paesi, con mieloma multiplo recidivato o refrattario che avevano ricevuto almeno 3 linee terapeutiche (in mediana 5), di cui un inibitore del proteasoma, un farmaco immunomodulante e un anticorpo anti-CD38. I partecipanti (età mediana di 64 anni) sono stati trattati con teclistamab per via sottocutanea prima alle dosi di 0,06 mg e 0,3 mg per chilogrammo e poi, una volta a settimana, alla dose di 1,5 mg per chilogrammo.
Le risposte riscontrate dai ricercatori sono apparse profonde e durature nel tempo. In un periodo mediano di follow-up di 14,1 mesi, la risposta complessiva (l’endpoint primario) è stata del 63%, con il 39,4% dei pazienti (65) che ha raggiunto una risposta completa e il 58,8% (97) una risposta parziale molto buona.
Il 26,7% dei pazienti (44) è risultato negativo alla MRD. Da notare che tra quelli con risposta complessiva il tasso di negatività alla MRD è stato pari al 46%. La durata della risposta mediana è stata di 18,4 mesi, mentre la durata della sopravvivenza libera da malattia mediana è di 11,3 mesi.
Tutti i pazienti hanno riportato eventi avversi, nella stragrande maggioranza di grado 3 o 4. Tra i più comuni vi erano infezioni (76,4% dei pazienti; 44,8% di grado 3 o 4), sindrome da rilascio di insuline (72,1%; 0,6% di grado 3 e nessuno di grado 4), neutropenia (70,9%; 64,2% di grado 3 o 4), anemia (52,1%; 37% di grado 3 o 4) e trombocitopenia (40%; 21,2% di grado 3 o 4). Il 14,5% è stato colpito da eventi neurotossici. Dei 68 decessi osservati, 19 sono stati causati dagli eventi avversi di cui 12 per COVID-19. Cinque sono stati collegati al trattamento con teclistamab.
“In questo studio di fase 1-2, teclistamab ha avuto un’attività clinica sostanziale che regge favorevolmente il confronto con quella delle terapie esistenti per i pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario pesantemente pretrattato. L’alto tasso di risposte profonde e durature in questa popolazione indica il potenziale di teclistamab per fornire un beneficio clinico sostanziale a una popolazione più ampia di pazienti. Anche gli effetti tossici sono comuni, ma sono principalmente di basso grado e reversibili” concludono i ricercatori.
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