Studio NASCITA: focus sulla salute dei bambini italiani
- Cristina Ferrario
- Uniflash
Costruire un osservatorio nazionale, che parta dagli studi medici dei pediatri, per valutare lo sviluppo fisico, cognitivo e psicologico, lo stato di salute e l’utilizzo delle risorse sanitarie nel corso dei primi sei anni di vita in un gruppo di neonati italiani, e per valutare i potenziali fattori associati alle condizioni osservate. È questo lo scopo principale dello studio prospettico NAscere e creSCere in ITAlia (NASCITA) condotto dai ricercatori del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS (Milano).
La struttura dello studio e i primi risultati sono stati recentemente descritti su BMJ Open dai ricercatori del NASCITA Work Group, guidati da Chiara Pandolfini, primo nome dell’articolo.
“Lo studio NASCITA è uno dei pochi a coinvolgere direttamente i pediatri come protagonisti nel disegnare la coorte di studio e nel raccogliere i dati” esordiscono gli autori, ricordando che invece molto spesso in questo tipo di studi ci si basa sulle cartelle mediche dei bambini o su dati riportati dai genitori.
Nel caso dello studio NASCITA, invece, 139 pediatri di famiglia hanno arruolato una coorte di 5.054 bambini nati tra aprile 2019 e luglio 2020, rappresentativi della popolazione neonatale italiana sia per caratteristiche sia per distribuzione geografica, che erano stati visitati almeno in due occasioni, una delle quali era la prima visita extra-ospedaliera di ruoutine.
La prima fotografia scattata alla popolazione, indica un’età media di 33 anni e un livello di istruzione alto o medio delle madri (42,5% livello universitario e 41,7% scuola superiore). Inoltre, circa il 70% delle madri ha un impiego. Una donna su 3 ha assunto acido folico in modo appropriato, ma resta il fatto che il 6,5% delle future madri ha continuato a fumare in gravidanza e il 10% ha consumato alcolici durante la gestazione.
Guardando i dati relativi al parto, si osserva che il 31% delle nascite è avvenuta mediante parto cesareo, che il 5,8% dei neonati aveva basso peso alla nascita e che i parti prematuri rappresentavano il 6,2% dei casi.
Infine, quasi 9 bambini su 10 avevano dormito in posizione supina (87,7%) e il 63,6% era stato allattato esclusivamente al seno per un mese. “In termini di allattamento esclusivo al seno abbiamo osservato una prevalenza decrescente da nord a sud” affermano Pandolfini e colleghi, sottolineando che differenze geografiche si osservano in diversi settori, inclusi l’istruzione materna, i comportamenti in gravidanza e le pratiche ospedaliere.
“Continueremo a raccogliere questi dati fino ai 6 anni dei bambini e i risultati ci aiuteranno a mettere in campo interventi specifici per la salute dei più piccoli” concludono gli autori.
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