Sopravvivere all’ictus: l’importanza di un cervello “giovane”

  • Elena Riboldi
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • Un gruppo di ricercatori americani ha studiato il ruolo dell’età cerebrale, una misura dell’integrità cellulare, vascolare e strutturale del cervello ricavata dal neuroimaging, nell’ictus.
  • Lo studio osservazionale, condotto su quasi 1.000 pazienti, indica che un’età cerebrale più bassa (un cervello che appare “più giovane” di quanto atteso per l’età biologica) si associa a esiti dell’ictus più favorevoli.
  • Strategie atte a prevenire l’invecchiamento cerebrale potrebbero avere ripercussioni positive in caso di ictus.

 

Perché è importante

  • Il recupero dopo un ictus non dipende solo dal danno cerebrale: persone con lesioni simili possono avere esiti assai diversi.
  • Comprendere i fattori che influenzano il recupero post-ictus può aiutare a predire come reagirà un certo paziente e a sviluppare terapie riabilitative ottimali.

 

Come è stato condotto lo studio

  • Sono stati esaminati 963 pazienti inclusi nel database di ENIGMA (Enhancing Neuroimaging Genetics through Meta-Analysis) Stroke Recovery, un gruppo di lavoro che comprende oltre 100 esperti di tutto il mondo che studiano i meccanismi di recupero dall’ictus.
  • Utilizzando i dati di neuroimaging (MRI strutturale 3D), più specificatamente analizzando 77 caratteristiche neuroanatomiche, e un algoritmo di machine learning è stata calcolata l’età cerebrale dei pazienti.
  • Mediante modelli di regressione lineare è stata valutata la relazione tra età cerebrale, danno lesionale ed esiti dell’ictus.

 

Risultati principali

  • Esiste una relazione tra danno lesionale ed età cerebrale: lesioni più grandi si associano a una età cerebrale più avanzata (β=0,21 [95%CI 0,04-0,38]; P=0,015).
  • A sua volta l’età cerebrale risulta associata agli esiti dell’ictus: un’età cerebrale più avanzata si associa a esiti peggiori, sia nel dominio sensomotorio (β=-0,28 [95%CI da -0,41 a -0,15]; P<0.001) che in diversi domini funzionali (β=-0,14 [95%CI da -0.22 a -0.06]; P<0,001).
  • L’età cerebrale è responsabile per il 15% dell’impatto del danno lesionale sulla performance sensomotoria.
  • A parità di lesione cerebrale, gli individui con una maggiore resilienza cerebrale hanno esiti più favorevoli (OR=1,04 [95%CI 1,01-1,08]; P=0,004).