Smi,'dare priorità ad accesso a cure con equità e semplificazione'

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Roma, 7 feb. (Adnkronos Salute) - "Serve dare priorità all'accesso alle cure garantendo equità e semplificazione. Credevamo che, a partire dall’esperienza della pandemia, visto il fallimento nella risposta all‘emergenza da parte dei sistemi regionali, l’ipotesi di autonomia differenziata in sanità fosse stata definitivamente accantonata" anche perché in sanità "le conseguenze" di questa riforma sono "antitetiche rispetto allo spirito  universale ed egalitario del Servizio sanitario nazionale". Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani in occasione dell'evento 'Fare Salute: Sinergie multiprofessionali e multidisciplinari per l’assistenza territoriale integrata', oggi a Roma.

"Questo - dice Onotri - è un periodo vitale per la sanità e per la medicina sulle quali si addensano i rischi dell'autonomia differenziata". Un provvedimento che "mette in atto una concorrenza sleale fra Regioni e provocherà un ulteriore trasferimento di personale nelle Regioni più ricche con un incremento delle diseguaglianze. Si reintrodurrebbero, inoltre, le 'gabbie salariali' e si metterebbe fine alla contrattazione collettivo. In questo quadro a tinte fosche le possibili sinergie multiprofessionali e multidisciplinari per l’assistenza territoriale si possono sviluppare a patto che le risorse del Pnrr siano utilizzate per valorizzare il lavoro dei medici e non per solo per realizzare interventi di nuova edilizia sanitaria".

"La medicina territoriale ha una mission che è la presa incarico del paziente cronico non già quella di ridurre gli accessi in pronto soccorso che sono affollati, non per inerzia del territorio, bensì perché negli ultimi dieci anni ne sono stati chiusi il 60%, in concomitanza della grande fuga dei medici dal sistema dell’urgenza. Nel territorio trattiamo la cronicità , in ospedale l’urgenza. Da questo non si prescinde", aggiunge Onotri. "Bisogna partire da realizzare migliori condizioni per medici che stanno lavorando già adesso. Oggi, infatti, la maggior parte dei medici di famiglia impiega oltre l’80% del proprio tempo in mansioni di tipo amministrativo, che potrebbero benissimo svolgere gli amministrativi delle Asl. Dobbiamo alleggerire i medici delle pratiche per certificazioni varie. In questo modo la vita del medico si semplificherebbe, potendo lavorare, utilizzando a pieno il suo tempo per le sue vere competenze che sono quelle cliniche e per l’assistenza a malati cronici e acuti", conclude.