Smi, 'governo Meloni come i precedenti, nessun potenziamento Ssn'

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Roma, 16 gen (Adnkronos Salute) - "In tema di sanità pubblica con la riduzione della spesa sanitaria, si registri una continuità del Governo Meloni, con i Governi Conte/Draghi, con un andamento, in questo senso, identico. Il disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, infatti, non prevede alcun potenziamento del servizio sanitario". Lo denuncia il Consiglio nazionale del Sindacato medici italiani (Smi), riunito per discutere delle iniziative per il 2023, a partire dal rinnovo dell’accordo collettivo nazionale per la medicina generale, dal pieno sostegno al contratto della dirigenza sanitaria agli start di partenza, per la tutela del lavoro in sanità e per la sicurezza per gli operatori sanitari. Il sindacato registra inoltre "una forte preoccupazione sull' autonomia regionale differenziata".

"Si assiste da tempo a fughe di medici verso la sanità privata e verso gli altri paesi, in particolare dai settori più usuranti, quali terapie intensive e il pronto soccorso. Le ragioni sono molteplici: l’assoluta cecità dei governi degli ultimi decenni nel programmare la formazione dei professionisti; la ridotta progressione di carriera; l’età media avanzata; i livelli stipendiali fra i più bassi d’Europa per i medici. Va aggiunto, inoltre, che persiste l’assenza di qualsiasi ipotesi di una ridefinizione della formazione dei medici di medicina generale e del loro rapporto con il Ssn, con l’istituzione di una scuola di specializzazione universitaria finalizzata a un loro adeguato inserimento, anche in termini convenzionali, nei Distretti e nelle case di Comunità e nell’ assistenza primaria", si legge nella nota dello Smi.

"Per i Pronto soccorso siamo dinnanzi al paradosso: a fronte della situazione di collasso il Governo prevede un provvedimento urgente, che consiste in un incremento attivato solo nel 2024 della indennità di Pronto soccorso". E ancora: si "esprime una forte preoccupazione sull' autonomia regionale differenziata che potrebbe sancire una volta per tutte la fine del Ssn già in grave sofferenza".

"Questo scenario - denuncia ancora il Consiglio nazionale del sindacato - rappresenta le difficoltà in cui versa la sanità pubblica in Italia a cui si somma la crisi innescata dal Covid 19 che ha lasciato strascichi pesanti sul sistema sanitario. Ma c’è di più. Ad invecchiare non sono solo i cittadini ma anche soprattutto i medici: secondo dati recenti, l’età media dei medici della sanità pubblica è di 51,3 anni ma quella dei medici di famiglia è intorno a 60 anni". E "la medicina generale che dovrebbe essere la prima linea di cura per i cittadini soffre di una grave carenza di medici che in alcune aree del paese sono pochissimi; se oggi siamo dinnanzi ad una situazione che appare critica cosa accadrà nei prossimi anni quando non si riuscirà a rimpiazzare i tanti medici che andranno in pensione? Nessuno governo negli ultimi 10 anni ha risposto a questa domanda".

"Chiediamo, invece, adeguate tutele per tutto il personale del settore e, con esse, attenzione, rispetto e cura, a partire dal riconoscimento da parte dell’Inail dell’infortunio sul lavoro per i Mmg misure contro le aggressioni ai medici. Reclamiamo personale che rimpiazzi quello dimissionario o che si è pensionato negli anni, non appalti dei servizi all’esterno. Intendiamo contrastare la rottamazione del Ssn e la fuga dei cittadini verso il privato quale metodo individuato ma poco condivisibile per il contenimento delle liste d’attesa".

"Occorrerebbe pensare a un modello nazionale del sistema dell’emergenza che dovrebbe essere un sistema unico, coordinato ed integrato dal punto di vista gestionale, con un’unica figura di medico dipendente in modo da uniformare trattamento economico e tutele". "Chiediamo una defiscalizzazione del salario accessorio per la dirigenza medica. Riteniamo, infine, che si debbano sostenere scelte che rafforzino la prevenzione sanitaria nel nostro Paese, così come non è più rinviabile un rafforzamento delle misure per la salute mentale". "Siamo impegnati, infine, nella costruzione di un’unità sindacale della categoria medica con tutte le forze disponibili per mettere insieme le necessità della medicina generale, della dirigenza medica e del 118, per difendere la sanità pubblica e il lavoro di tutti i medici".