Smi, 'atto indirizzo medicina generale da cambiare, richieste ignorate'
- Univadis
- Adnkronos Sanità
Roma, 6 feb. (Adnkronos Salute) - "L'avvio della contrattazione per l'accordo collettivo nazionale di medicina generale parte con il piede sbagliato", perché l'atto d'indirizzo "non recepisce quanto chiesto ripetutamente dalla categoria in questi ultimi 2 anni" e "va cambiato". Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi), in merito alla notizia dell'invio, da parte del Comitato di settore delle Regioni, dell'atto d'indirizzo per l'accordo della medicina generale alla Presidenza del Consiglio per i pareri del ministero della Salute e del Mef, che aprirà la stagione contrattuale della medicina di famiglia.
"L'atto d'indirizzo, inoltre, non tiene conto - sottolinea Onotri - di quanto contenuto nella mozione parlamentare approvata da tutti partiti nella scorsa legislatura, a giugno 2022, che impegnava il Governo a reperire le risorse necessarie nell'ambito del rinnovo dei contratti, al fine di garantire tutele adeguate per i professionisti della medicina convenzionata in merito al riconoscimento dell'infortunio sul lavoro, al diritto alle ferie, alla maternità assistita, ai permessi per malattia, nonché a politiche continuative per le pari opportunità. Questo atto di indirizzo non contiene nulla di tutto ciò".
"Le risorse investite sull'area - continua la leader sindacale - sono irrisorie, ancor meno di quelle per la dirigenza medica. Non tengono conto né dello sforzo organizzativo fatto dai medici in questi anni, né dell'inflazione corrente. Per non parlare dei medici di continuità assistenziale, eterna cenerentola della categoria e dei medici 118, neanche menzionati nel nuovo atto. Di questo passo ci saranno sempre meno medici disposti a occuparsi di medicina generale, s'incentiverà l'esodo di molti e si bloccheranno i nuovi ingressi". Avverte dunque Onotri: "I 3 milioni di italiani che sono senza medico di famiglia diventeranno molti di più, senza una vera inversione di rotta nelle politiche contrattuali per la medicina generale. Non è solo una questione di migliori retribuzioni, anche se va sottolineato che i medici italiani risultano essere i peggio pagati d'Europa (dietro Spagna, Portogallo e Turchia), ma anche di maggiori tutele e diritti".
"Il Comitato di settore Regioni-Sanità - chiede la segretaria Smi - integri l'atto di indirizzo permettendo l'apertura di discussione di un contratto che punti ad aumenti retributivi, a nuove tutele e nuovi diritti per la medicina generale. Per realizzare tutto questo abbiamo necessità di un nuovo strumento contrattuale agile, snello, moderno, semplice, chiaro, invece che di un trattato gotico-bizantino di non facile lettura anche per gli addetti ai lavori".
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