Sindromi post-acute da malattie infettive: il punto su segni e sintomi

  • Paolo Spriano
  • Uniflash
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Le conseguenze sulla salute a lungo termine di COVID-19 hanno riacceso l’attenzione sulle sindromi post-acute correlate a malattie infettive (PAIS), mettendo in discussione la necessità di una comprensione completa della fisiopatologia multi-sistemica, dei predittori clinici e dell'epidemiologia di queste sindromi, che rappresentano ancora un’area non ben definita della conoscenza medica (1).  La necessità di una migliore comprensione dei profili dei sintomi persistenti, non solo per SARS-COV-2 e meglio note come Long-COVID o PASC, ma anche per altre malattie con sequele post-acute inspiegabili consentirà ai medici di perfezionare i criteri diagnostici.  Disporre di una nomenclatura univoca e una migliore concettualizzazione dei sintomi di infezione post-acuta (1) è un passaggio necessario per sviluppare e informare ad un approccio alla gestione multidisciplinare basato sull'evidenza (2).

PAIS, PASC o Long COVID

L'osservazione di sequele croniche inspiegabili dopo SARS-CoV-2 è riconosciuta come sequele post-acute dell'infezione da SARS-CoV-2 (PASC) o Long-COVID. 

Long COVID è stato riportato come sindrome nei sopravvissuti a malattie gravi e critiche, ma gli effetti persistenti nel tempo si verificano anche in soggetti con un'infezione lieve, senza richiesta di ricovero in ospedale (3). Questo fa ritenere che PASC, specialmente quando si verifica dopo un COVID-19 lieve o moderato, condivida molte somiglianze con malattie croniche innescate da altri organismi patogeni, molte delle quali con aspetti non sufficientemente chiariti. 

I PAIS sono caratterizzati da una serie di sintomi fondamentali centrati su:

  • intolleranza allo sforzo,
  • livelli sproporzionati di affaticamento,
  • deterioramento neurocognitivo e sensoriale,
  • sintomi simil-influenzali,
  • sonno non ristoratore,
  • mialgia/artralgia

e una varietà di sintomi non specifici di grado variabile che sono spesso presenti. 

Queste aspetti simili dei vari PAIS suggeriscono una fisiopatologia unificante che deve essere chiarita per comprendere e gestire in appropriatezza la disabilità cronica post-infettiva.

Tipologie di PAIS

Una revisione dettagliata delle conoscenze sulle PAIS è stata pubblicata su Nature Medicine (1) con diverse informazioni utili per ovviare allo scarso riconoscimento di queste condizioni nella pratica clinica e, di conseguenza, evitare ai pazienti un ritardo o una completa mancanza di assistenza medica.

Tra le sequele post infettive consolidate vengono citati:

  • la sindrome da astenia da febbre Q, conseguente all'infezione batterica intracellulare da Coxiella burnetii
  • la sindrome da astenia post-dengue, successiva l'infezione da virus dengue trasmesso dalle zanzare
  • la sindrome con sintomi da affaticamento e reumatici in individui infettati dal virus della chikungunya, un virus trasmesso dalle zanzare che provoca febbre e dolore articolare in fase acuta
  • la sindrome post-polio che può emergere fino a 15-40 anni dopo un attacco iniziale di poliomielite. Similmente può manifestarsi in relazione ad alcuni microbi neurotropici, come il virus del Nilo occidentale.
  • Sintomi prolungati, debilitanti e cronici sono stati segnalati dopo infezioni comuni e tipicamente non gravi. Ad esempio dopo la mononucleosi, causata dal virus di Epstein-Barr (EBV)  e dopo un focolaio di Giardia lamblia, parassita intestinale che di solito causa malattie intestinali acute, ma con possibilità di essere associato ad affaticamento cronico, sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e la fibromialgia persistente per molti anni.
  • la sindrome della malattia di Lyme post-trattamento, con persistenza di artralgia, affaticamento e compromissioni neurocognitive soggettive in una minoranza di pazienti con malattia di Lyme dopo il trattamento antibiotico raccomandato, anche se esiste discordanza di opinioni su frequenza e validità dei dati su questa sindrome

Le categorie di segni e sintomi

I sintomi e i segni che, in base alle evidenze disponibili, sono risultati più frequenti rispetto a controlli sani possono essere così categorizzati (1):

- Intolleranza allo sforzo, stanchezza

- Sintomi simil-influenzali e di "presenza di malattia": febbre, febbre, dolori muscolari, sensazione di malessere, sudorazione, irritabilità

- Sintomi neurologici/neurocognitivi: nebbia cerebrale, ridotta concentrazione o memoria, difficoltà a trovare le parole

- Sintomi reumatologici: dolori articolari cronici o ricorrenti

- Sintomi trigger-specifici: ad es. problemi agli occhi post-Ebola, sindrome da intestino irritabile post- Giardia, anosmia e ageusia post-COVID-19, disturbi motori post-polio e post-virus del Nilo occidentale.

Encefalomielite mialgica/sindrome da stanchezza cronica

I pazienti con questo disturbo lamentano un peggioramento dei sintomi a seguito di uno sforzo fisico, cognitivo o emotivo superiore al limite (molto basso) tollerato. Frequentemente nell’Encefalomielite mialgica/Sindrome da stanchezza cronica (ME/CFS) sono presenti disturbi neurocognitivi (denominati anche "nebbia cerebrale"), sonno senza ristoro, dolore, disturbi sensoriali, problemi gastrointestinali e varie forme di disautonomia. Circa 3 casi su 4 di ME/CFS riportano in anamnesi un episodio simile ad infezione precedente all'esordio della malattia (1). Le sindromi da stanchezza post-infettive e post-virali sono state originariamente postulate come sottoinsiemi della "chronic fatigue syndrome", ma non è chiaro se questi termini siano sinonimi di ME/CFS, o di uno qualsiasi dei suoi sottoinsiemi, o includano una gamma più ampia di condizioni di astenia post-infettiva.

Criteri di valutazione pratica

Dalla revisione delle evidenze disponibili emerge che i criteri per la valutazione di una PAIS dovrebbero includere non solo la presenza dei sintomi, ma anche la loro intensità, il loro decorso e il loro insieme nel paziente (1). Questo perché i sintomi individuali e le loro traiettorie nelle PAIS variano nel tempo, rendendo fuorviante un confronto della loro presenza eseguito su un singolo punto temporale nella storia del paziente.  Inoltre, quando viene fatta una diagnosi di ME/CFS, si dovrebbe prestare attenzione alla scelta dei criteri diagnostici, con una predilezione per criteri più conservativi (4), per non incorrere nel rischio di una sua sovrastima di questa sindrome. 

L’astenia è il sintomo “cardine” nella maggior parte degli studi epidemiologici sulle PAIS, ma è riduttivo concentrarsi solo su questa rispetto all’inclusione di altre caratteristiche, quali l'esacerbazione dei sintomi post-sforzo e altri sintomi e segni caratteristici che possono garantire una migliore identificazione del quadro clinico complesso osservato in queste sindromi post infettive a forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti.