Roma, 28 feb. (AdnKronos Salute) - "In Italia i pazienti che hanno necessità di accedere a tecniche di fecondazione assistita di tipo eterologo devono passare ancora oggi attraverso mille difficoltà, tali da portare a volte all'abbandono del percorso di cura. La maggiore problematica è l'indisponibilità di gameti donati nel nostro Paese; i centri che effettuano il trattamento rispondono a normative molto articolate e lavorano rispettando procedure di verifica e controllo dei gameti molto stringenti, che il Centro nazionale trapianti (Cnt) e l'Istituto superiore di sanità applicano e verificano costantemente, proprio per garantire la salute dei gameti utilizzati e la correttezza delle procedure applicate". Così il presidente della Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione (Sifes-Mr), Andrea Borini.
"Qualsiasi organo si ponga l'obiettivo di giudicare e accreditare qualcuno agli occhi dei pazienti, deve garantire di essere una parte terza, senza che vi sia nemmeno il sospetto di un possibile conflitto di interessi". sottolinea Borini. La società scientifica "invita a domandarsi a quali soggetti possa essere utile l'istituzione di un ulteriore organismo di controllo e audit quale quello cui pare alludere il progetto ACQuOS", annunciato nei giorni scorsi della Società italiana della riproduzione umana (Siru), "e quale garanzia di terzietà si offra ai potenziali destinatari. Qualora i destinatari fossero i medici che aderiscono alla Siru, la società scientifica di recentissima formazione che risulta essere promotrice dell'iniziativa - ricorda la Sifes-Mr - si tratterebbe di un servizio reso dalla società scientifica ai propri aderenti e quindi di limitata rilevanza mediatica".
"Se invece i destinatari fossero i pazienti e si volesse agire quindi nell'ottica di garantire ai pazienti stessi la qualità delle banche estere alle quali i centri di Pma italiani si vedono costretti a rivolgersi, il tema sarebbe di grande rilevanza. Tuttavia, si porrebbe la questione di un possibile conflitto di interesse: operatori, medici e non solo, che quotidianamente presso sedi pubbliche, private e convenzionate, utilizzano gameti solo di alcune banche, allo stesso tempo ne dovrebbero certificare la qualità".
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