Si può prevenire la preeclampsia con un parto programmato?

  • Elena Riboldi
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • Uno studio di modellazione del rischio condotto su quasi 90.000 gravidanze suggerisce che più della metà dei casi di preeclampsia a termine potrebbero essere prevenuti con un parto programmato (induzione del parto vaginale o parto cesareo).
  • Sarà necessario verificare con studi randomizzati controllati che questa strategia sia sicura per il neonato.

 

Perché è importante

  • La preeclampsia è un’importante causa di mortalità materna e di esiti perinatali avversi, in particolare nei contesti in cui le risorse a disposizione della gestante in caso di complicanze sono scarse.
  • La preeclampsia che insorge quando la gravidanza è a termine (dopo la 37a settimana di gestazione) è 3 volte più comune di quella pretermine.
  • Non sono ancora state individuate strategie efficaci per prevenire la preeclampsia a termine.

 

Come è stato condotto lo studio

  • Sono state prese in esame le cartelle cliniche di due ospedali inglesi relative a gravidanze singole.
  • Sono state analizzate due coorti: una composta da gestanti di cui erano disponibili le informazioni cliniche relative alla 11a-13a settimana di gestazione e l’altra composta da gestanti di cui erano note le informazioni relative alla 35a-36a settimana di gestazione.
  • Utilizzando due diversi metodi di screening per la preeclampsia (i criteri del NICE o un modello di rischi competitivi della Fetal Medicine Foundation) sono stati valutati i potenziali benefici di un parto programmato.

 

Risultati principali

  • Tra le donne di cui sono stati analizzati i record alla 11a-13a settimana (n = 57.131) si sono verificati 1.138 casi di preclampsia a termine, mentre nell’altro gruppo (n=29.035) se ne sono verificati 619.
  • L’analisi statistica indica che il parto programmato potrebbe essere un intervento efficace per prevenire la preeclampsia a termine; l’efficacia dell’intervento (misurata come number-needed-to-deliver [NND]) è funzione sia del tipo di screening che della tempistica del parto programmato (settimana 37, 38, 39 o 40).
  • Lo screening alla 11a-13a settimana (rispetto alla 35a-36a) si associava a NND più alti e a percentuali più basse di casi evitati.
  • La stratificazione del rischio di preeclampsia con il modello di rischi competitivi (basato su caratteristiche materne, pressione sanguigna e marcatori angiogenici) si associava a NND molto più bassi di quelli calcolati usando i criteri clinici del NICE.
  • Il NND più basso (6,9) era osservato con un parto programmato alla 37a settimana in donne ad alto rischio in base al modello di rischi competitivi; questa strategia consentiva di prevenire il 59,8% dei casi di preeclampsia a termine, inducendo il parto nell’8,8% della popolazione.