Si dice in Villa - Avocado, o di quando la disinformazione ha un marchio garantito
- Roberta Villa
- Uniflash
L’Associazione dei Medici Diabetologi ha sponsorizzato ormai più di un anno fa sul suo profilo Facebook un post (datato 9 maggio 2022 ma ancora in circolazione) che promuove una dieta per lo meno particolare. Lo slogan infatti afferma perentorio: “Un avocado al giorno previene il diabete di tipo 2…e riduce la pancia!”. Sapendo che un intero avocado, dato il suo notevole contenuto di grasso, può arrivare a fornire fino 500-600 calorie, talvolta anche 700, mi sono molto sorpresa che assumerne uno ogni giorno potesse addirittura prevenire il diabete di tipo 2, invece che favorire il sovrappeso e l’obesità, noti fattori di rischio per la malattia.

D’altra parte il frutto, ormai non più esotico come era fino a qualche decina di anni fa, è entrato oggi nelle grazie di molti nutrizionisti e soprattutto nel gusto del pubblico. Per questo il post ha riscosso molto successo, con centinaia di commenti entusiasti alla bella notizia, proveniente da una fonte ritenuta autorevole. Parecchi estimatori dell’avocado hanno sottolineato che fino ad allora ne avevano fatto un consumo occasionale, ma che dopo aver letto il post della società scientifica avrebbero cercato di portarlo a tavola ogni giorno. Lo stesso addirittura scrivevano persone che non ne amavano il gusto, ma che, visti i benefici per la salute, si sarebbero sforzati di farlo.
Mi chiedo se chi ha realizzato questo contenuto, accompagnato da un’invitante grafica, si sia reso conto del danno che può fare un’informazione del genere, destinata a trovare terreno fertile proprio perché va incontro ai gusti di gran parte del pubblico e dà un consiglio molto più facile da realizzare di una dieta equilibrata o di un’attività fisica adeguata.
Ho quindi scritto a segreteria e presidenza dell’Associazione ma, comprensibilmente, in questi giorni di agosto nessuno ha risposto alla mia mail. Se arriveranno chiarimenti nelle prossime settimane, non mancherò di riportarli. Intanto però il post continua a circolare, sebbene nei commenti oltre a me anche altri colleghi, compresi nutrizionisti e diabetologi, abbiano cercato di mettere in guardia da un messaggio allettante ma poco fondato scientificamente.
La fonte bibliografica in calce alla grafica rimanda al Journal of Nutrition, senza un riferimento preciso al paper. Dai pochi dati comunicati ho dedotto che si tratti di questo lavoro, di settembre 2021, pubblicato (guarda caso) in collaborazione con Hass Avocado Board (l'associazione statunitense dei produttori di avocado), condotto su un centinaio di adulti sovrappeso e obesi, le cui conclusioni sono queste: “Daily consumption of 1 fresh Hass avocado changed abdominal adiposity distribution among females but did not facilitate improvements in peripheral insulin sensitivity or β-cell function among adults with overweight and obesity”. Per essere ancora più chiari, in italiano la traduzione è la seguente: "Il consumo giornaliero di 1 avocado Hass fresco ha modificato la distribuzione dell'adiposità addominale tra le donne, ma non ha favorito miglioramenti nella sensibilità all'insulina periferica o nella funzione delle cellule β tra gli adulti con sovrappeso e obesità".
Nessuna perdita di peso, nessun miglioramento a livello di produzione o sensibilità all’insulina, solo un leggero spostamento del grasso viscerale verso il sottocutaneo e solo nelle donne. Come si può affermare che questo lavoro provi un ruolo positivo dell’intervento alimentare e affermare che “aiuti a prevenire il diabete di tipo 2?”
Avrei voluto dedicare la rubrica di oggi alle nuove linee guida per la comunicazione online dei medici appena prodotte dalla FNOMCeO col supporto di importanti professionisti del settore. Ma se i contenuti trasmessi su Facebook dalla più grande associazione di diabetologia italiana non ricevono alcun tipo di verifica, forse il problema è più a monte di quanto si possa pensare.
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