Sclerosi multipla, una nuova variante genetica associata a una progressione più veloce

  • Elena Riboldi
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • Uno studio di associazione genome-wide (GWAS) ha portato all’identificazione di una variante genetica che si associa a una progressione più veloce della sclerosi multipla (SM).
  • I soggetti omozigoti per l’allele di rischio mediamente necessitano di ausili alla deambulazione circa quattro anni prima degli altri pazienti.
  • Il locus interessato si trova in corrispondenza di due geni che potrebbero essere coinvolti nella resilienza del sistema nervoso centrale (SNC) agli insulti.

 

Perché è importante

  • Le cause e i meccanismi alla base della sclerosi multipla, una patologia che affligge più di 2,8 milioni di persone in tutto il mondo, sono ancora in gran parte sconosciuti.
  • La presentazione e il decorso della malattia sono variabili: a distanza di qualche anno dalla diagnosi alcuni pazienti hanno una buona qualità di vita mentre altri sviluppano disabilità grave.
  • Se da una parte sono stati fatti importanti progressi nel controllo delle ricadute, dall’altra non esistono terapie in grado di controllare la progressione della SM.
  • Conoscere i fattori di rischio di progressione può facilitare la formulazione della prognosi e lo sviluppo di nuove terapie.

 

Come è stato condotto lo studio

  • La ricerca è frutto della collaborazione tra due grandi consorzi, The International Multiple Sclerosis Genetics Consortium (IMSGC) e The MultipleMS Consortium.
  • È stato analizzato il genoma di 12.584 pazienti con SM di ascendenza europea allo scopo di identificare varianti associate alla severità della malattia.
  • I risultati sono stati confermati analizzando il genoma di altri 9.805 pazienti.

 

Risultati principali

  • È stata identificata una variante (rs10191329) che si associa significativamente alla gravità della SM.
  • Per i portatori di questo allele in omozigosi, con una patologia del tronco encefalico e corticale più severa, il tempo che intercorreva tra la diagnosi e la necessità di ausili alla deambulazione si abbreviava di 3,7 anni.
  • Il locus coinvolto, DYSF-ZNF638, contiene due geni, uno coinvolto nella sopravvivenza delle cellule danneggiate e uno nel controllo delle infezioni da retrovirus, a suggerire che la resilienza del SNC può giocare un ruolo cruciale nel determinare la gravità della malattia.