Sciroppo letale nel silenzio globale

  • Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
  • Attualità mediche
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di Roberta Villa

 

Ci sono molte cose sorprendenti nella vera e propria strage di bambini che si sta verificando in diverse parti del mondo, nell’assoluto silenzio dei media italiani. Nemmeno un cenno, a parte qualche sito con una specifica vocazione a coprire le parti del mondo più spesso trascurate dalle grandi testate: Nova, Asia News, Africa rivista. Per il resto passa inosservata la morte di un centinaio di bambini in Indonesia e di una settantina in Gambia, più chissà quanti altri sfuggiti alla capacità di sorveglianza dei paesi più poveri, a cui si aggiungono altre centinaia di piccoli colpiti da insufficienza renale acuta, da cui chissà se e come si riprenderanno.

Eppure l’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità, per bocca del suo direttore, risale a più di due settimane fa, quando è stata dimostrata l’associazione tra questa tragica epidemia e l’uso in Gambia di quattro diversi sciroppi per la tosse (Promethazine Oral Solution, Kofexmalin Baby Cough SyrupMakoff Baby Cough Syrup e Magrip N Cold Syrup), anche in bambini piccoli sotto i 5 anni. L’agenzia internazionale ha subito chiamato in causa l’azienda produttrice, Maiden Pharmaceuticals Limited di Haryana, India, che in un primo tempo ha chiesto all’OMS prove della sua responsabilità. Tutti i bambini colpiti infatti avevano fatto uso di questi medicinali, ma solo l’analisi del contenuto dei flaconi ha potuto dimostrare la presenza di una quantità superiore al consentito di due contaminanti, glicole etilenico e glicole dietilenico, solventi di uso comune. Questa indagine ha richiesto più tempo del necessario per la mancanza nel paese africano dove si sono registrati i primi casi di un laboratorio in grado di esaminare la qualità dei farmaci, ha denunciato Mustapha Bittay, direttore dei servizi per la salute in Gambia, dove la maggior parte dei 50.000 flaconi distribuiti è stata subito ritirata.

La storia sembrava finita lì. L’Organizzazione Centrale indiana per il controllo degli standard dei farmaci aveva garantito che i lotti di sciroppi incriminati erano stati mandati solo in Gambia, ma ben presto il susseguirsi di casi in Indonesia ha permesso di scoprire che, forse tramite vie illegali, i prodotti erano arrivati anche lì.

Le agenzie regolatorie indiane avevano intanto già interrotto la produzione nell’impianto della Maiden a Nuova Dehli, dopo avervi riscontrato durante l’ispezione gravi irregolarità in grado di compromettere la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei farmaci.

Non è ancora certo che gli sciroppi responsabili delle vittime indonesiane venissero dalla stessa azienda, perché le autorità del Paese asiatico hanno dichiarato che non si tratta degli stessi prodotti, sebbene uguali siano le sostanze tossiche che li contaminano. Nel dubbio, il provvedimento è stato ancora più drastico, con il blocco della vendita non solo di tutti gli sciroppi, ma di tutti i farmaci in forma liquida. Anche questo lascia un po’ perplessi: non ci saranno tra i tanti anche prodotti salvavita o comunque fondamentali per il trattamento di adulti e bambini?

Un’altra questione riguarda l’affidabilità dei farmaci prodotti al di fuori del severissimo schema di regole e controlli stabilito da FDA ed EMA: non sarebbe necessario controllare di più che, anche dove gli standard richiesti non sono così alti, non si facciano correre rischi ai pazienti che, indipendentemente da dove si trovano, dovrebbero aver diritto a medicinali sicuri? La differenza dei criteri occidentali da quelli di impianti presenti in paesi a medio e basso reddito è stata spesso ignorata anche durante gli ultimi anni di pandemia nel discutere di farmaci e soprattutto vaccini sviluppati e prodotti altrove. Ricordiamoci che il rigore delle nostre agenzie è a tutela dei pazienti, non di big pharma (che anzi in vari modi cerca di incrinarlo).

Ma soprattutto, per qualunque farmaco, così come per qualunque intervento di tipo medico, occorre soppesare costi, rischi e benefici. Come mai ai bambini di questi paesi vengono prescritti, o forse sono venduti ai genitori senza intervento di un medico, prodotti che negli Stati Uniti e in Europa sono da anni sconsigliati ai più piccoli, proprio per l’assenza di prove di efficacia a fronte di un non trascurabile rischio, già di partenza, indipendentemente dalla contaminazione? Evidentemente c’è qualcuno che sfrutta la scarsa alfabetizzazione sanitaria di queste popolazioni, a cui pare che l’accesso alle medicine sia sempre e comunque una conquista. Anche quando non servono.

Invece un farmaco inutile è sempre da evitare, perché in assenza di un vantaggio accertato, i rischi, anche rarissimi e imprevedibili, come quelli di una contaminazione, non sono mai giustificati, in Africa come in Europa, negli Stati Uniti come in Indonesia.