Schillaci, 'governare rischi tecnologia e Ai con formazione appropriata'

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Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) - "Come evidenziato in un recente documento del Consiglio superiore di sanità, l’interazione con l’intelligenza artificiale non è scevra da rischi che possono derivare da un eventuale utilizzo privo di una rigorosa validazione scientifica, oppure da discriminazioni, ad esempio di genere, introdotte dalla programmazione degli algoritmi; o ancora dall’assenza di informazioni sulla sicurezza e la riproducibilità nell’uso di questi sistemi, da una preparazione non adeguata del personale medico e sanitario al loro corretto utilizzo. Rischi che attraverso percorsi formativi appropriati possiamo arginare". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 dell'Università Politecnica delle Marche, citando la recente costituzione nell'ateneo del Centro in intelligenza artificiale e Sanità digitale e il Corso di laurea in Medicine and Technology che "consentono a tanti giovani di accedere a una formazione di qualità e all’avanguardia e di aprirsi alla contaminazione delle conoscenze mediche e ingegneristiche.

Una contaminazione "sempre più richiesta per far fronte alle sfide che ci attendono. Dobbiamo essere consapevoli che, in generale, ogni evoluzione tecnologica non è un valore fine a se stesso, ma una grande opportunità da non sprecare e da utilizzare in maniera appropriata. Occorre - avverte Schillaci - un’attenta programmazione per far sì che le apparecchiature a disposizione siano impiegate in modo idoneo e in setting assistenziali di riferimento adeguati".

"Ciò è importante per evitare di disporre di macchine troppo evolute ma poco o male utilizzate - evidenzia - anche per la mancata formazione del personale dedicato, oppure, al contrario, di strumenti obsoleti che non consentono diagnosi precise. Si tratta sostanzialmente di saper governare un progresso inarrestabile e di implementare misure per mettere il sistema salute nelle condizioni di saper gestire le innovazioni tecnologiche che svolgono un ruolo cruciale nella medicina personalizzata e nella capacità di terapie mirate".

"In questa sfida, si delinea il nuovo ruolo dell’Università che deve saper rispondere alle istanze di una società in continua evoluzione, coltivando nei giovani la capacità di porsi sempre domande senza mai accontentarsi delle risposte; di sviluppare senso critico e apertura verso il progresso tecnologico, continuando a trasmettere e sviluppare abilità e qualità che hanno origine antichissime e che non possono mancare nel medico del futuro. Competenze che rivestono un ruolo centrale nei percorsi formativi di questa realtà universitaria. Nessuna innovazione tecnologica, infatti, deve e può sostituire la capacità di ascolto, quell’alleanza terapeutica che deve guidare il rapporto medico-paziente, l’attenzione ai bisogni di chi, affrontando una malattia, vive una situazione di vulnerabilità", ha concluso Schillaci.