Salute cardiovascolare a rischio nelle donne depresse in gravidanza

  • Elena Riboldi
  • Uniflash
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In uno studio condotto su oltre 110.000 donne statunitensi, la presenza di depressione durante la gravidanza è stata associata a un rischio aumentato di andare incontro a diverse malattie cardiovascolari (CVD) nei 2 anni successivi al parto. I risultati descritti su Journal of the American Heart Association mostrano come molte delle associazioni, la più forte delle quali è stata osservata con la cardiopatia ischemica, persistevano anche in caso di gravidanze senza la presenza concomitante di disturbi ipertensivi. 

Da notare, inoltre, che diverse associazioni si attenuavano nel momento in cui era stata presa in considerazione anche l’ansia in gravidanza. “In risposta alla call to action dell’American Heart Association per implementare lo screening delle CVD nel postpartum, tutti i medici, inclusi i cardiologi, dovrebbero prendere in considerazione la revisione dei fattori di rischio specifici della gravidanza di una paziente, inclusa la depressione prenatale” sottolineano.

 

Le donne incinte con depressione sono a rischio?

A oggi non c’è totale chiarezza in merito ai fattori di rischio per lo sviluppo di CVD tra le pazienti dopo il parto. Inoltre, non si comprende come la depressione prenatale e i disturbi mentali in generale, in gravidanza o meno, influenzino il rischio di CVD. “È giunto il momento di analizzare il possibile contributo della depressione prenatale al rischio di CVD, soprattutto data la crescente prevalenza della depressione prenatale e la solida associazione tra depressione e CVD nella popolazione non in gravidanza” scrivono gli autori.

Così, allo scopo di stimare il rischio cumulativo di diagnosi di 6 tipi di CVD nei primi 24 mesi dal parto tra le donne depresse in gravidanza (depressione prenatale definita come una diagnosi tra le 6 settimane di gestazione e il parto) in confronto a quelle senza, è stato condotto uno studio longitudinale. Grazie all’utilizzo di un database, sono state incluse 119.422 donne che avevano partorito tra il 2007 e il 2019 nel Maine (Stati Uniti) senza condizioni cardiovascolari precedenti la gravidanza.

Si è visto che le future madri con depressione prenatale, la cui prevalenza è risultata del 21,6%, avevano, rispetto a quelle senza un rischio aumentato di scompenso cardiaco (HR aggiustato 1,40), cardiopatia ischemica (1,83), malattia cerebrovascolare/ictus (1,27), aritmia/arresto cardiaco (1,60), cardiomiopatia (1,61) e ipertensione (1,32). Aggiustando ulteriormente le analisi per l’ansia durante la gravidanza, molte associazioni restavano, sebbene si attenuassero leggermente. Per gli autori, questi risultati suggeriscono che la depressione prenatale da sola non aumenta probabilmente il rischio di diagnosi di CVD. Inoltre, si perdeva la significatività statistica per le associazioni con cardiomiopatia ischemica e malattia cerebrovascolare.

Molte associazioni persistevano, invece, nelle analisi stratificate in base al co-verificarsi di disturbi ipertensivi durante la gravidanza. Tra le donne senza tali disturbi è stata osservata un’associazione tra depressione prenatele e rischio aumentato di cardiomiopatia ischemica (HR 1,84), malattia cerebrovascolare/ictus (1,42), aritmia/arresto cardiaco (1,85), cardiomiopatia (1,53), ipertensione di nuova insorgenza (1,43) e malattia cardiaca grave (1,42).

 

Quali opportunità per il futuro

Secondo gli autori, i risultati sono clinicamente rilevanti per chi si occupa delle donne in gravidanza perché si nota un aumento della prevalenza sia della depressione prenatale sia di morbilità e mortalità cardiovascolare tra le madri. La diagnosi di depressione in gravidanza, quindi, potrebbe avere implicazioni anche per la salute cardiovascolare delle donne, oltre che per quella mentale. Nell’articolo si sottolinea come le iniziative volte a migliorare la diagnosi e il trattamento della depressione durante la gravidanza potrebbero arrivare a ridurre la morbilità cardiovascolare.  

“Sono necessari ulteriori studi per stabilire se il trattamento della depressione prenatale con i trattamenti farmacologici e la psicoterapia possano mitigare i rischi cardiovascolari postpartum” scrivono gli autori. Che continuano evidenziando la necessità sia di condurre altre ricerche per confermate i risultati ottenuti sia di identificare i pathway causali delle associazioni osservate. Lo scopo è quello di fornire raccomandazioni per lo screening e la prevenzione cardiovascolare nel postparto tra le donne che hanno sofferto di depressione durante la gravidanza.