Si tratta della prima parte di una serie in 2 parti sulle nuove raccomandazioni ESMO-ESGO per il tumore ovarico.
Conclusioni
- La European Society for Medical Oncology (ESMO) e la European Society of Gynaecologial Oncology (ESGO) pubblicano raccomandazioni per la gestione del tumore ovarico allo stadio iniziale e “borderline”.
Raccomandazioni chiave
- Gestione chirurgica:
- Eseguire la laparotomia per i tumori allo stadio iniziale.
- La chirurgia mininvasiva può essere utilizzata per la ripetizione della stadiazione.
- La chirurgia per la ripetizione della stadiazione peritoneale è obbligatoria.
- La ripetizione della stadiazione peritoneale deve essere presa in considerazione nei casi di lesioni da carcinoma intraepiteliale sieroso tubarico (serous tubal intraepithelial carcinoma, STIC) apparentemente isolate individuate per caso.
- La stadiazione chirurgica mediante dissezione linfonodale sistematica della regione pelvica e para-aortica è lo standard.
- Chirurgia con preservazione della fertilità:
- Può essere offerta per tutti i carcinomi in stadio IA e IC1 di basso grado, ma non per stadi >I.
- Chemioterapia adiuvante:
- Raccomandata per le pazienti con tumore ovarico in stadio I–IIA.
- Non raccomandata per lesioni STIC isolate individuate per caso.
- Il carboplatino in monoterapia o in combinazione con paclitaxel è un regime terapeutico accettabile; sono raccomandati ≥3 cicli.
- Tumori ovarici “borderline” (borderline ovarian tumor, BOT):
- Offrire trattamento chirurgico con preservazione della fertilità alle pazienti giovani.
- Per i BOT mucinosi è raccomandata la salpingo-ooforectomia unilaterale.
- La cistectomia può essere offerta nei BOT sierosi (sBOT), per preservare la fertilità.
- Eseguire la stadiazione peritoneale chirurgica nei sBOT.
- Valutare la ripetizione della stadiazione nei sBOT con pattern micropapillare o esplorazione visiva incompleta della cavità peritoneale.
- Rimuovere gli impianti peritoneali per la stadiazione e per scopi terapeutici nei sBOT.
- Valutare la chirurgia con preservazione della fertilità in pazienti selezionate con sBOT in stadio II–III.
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