Procreazione assistita, quanto mi costi?
- Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
- Attualità mediche
di Maria Cristina Valsecchi (Agenzia Zoe)
Attualmente il Servizio Sanitario Nazionale non garantisce l’accesso gratuito alle prestazioni per la procreazione assistita su tutto il territorio italiano, nonostante la PMA sia entrata a far parte dei Livelli Essenziali di Assistenza ormai dal 2017. La ragione è che non è stato ancora emanato il decreto che fissa le tariffe di queste prestazioni e, in attesa del decreto, i nuovi LEA non sono vincolanti per le Regioni.
Di recente, il ministero della Salute ha finalmente dato il via libera alle tariffe proposte dal Tavolo Tecnico per la Ricerca e Formazione nella Prevenzione e Cura dell’Infertilità e dalle Società Scientifiche del settore, che però devono essere ancora approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. “Ipotizziamo che la situazione possa sbloccarsi entro il prossimo autunno”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Società Italiana per la Riproduzione Umana. “Dopo di che, l’offerta della PMA nel nostro Paese sarà finalmente uniforme dal punto di vista economico”.
In attesa dell’emanazione del decreto, la situazione attuale è fortemente disomogenea. Le Regioni non sono ancora tenute a erogare le prestazioni di PMA gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Alcune le rimborsano, altre no e ognuna fa il suo prezzo. Questa disparità spinge tante coppie a spostarsi da una parte all’altra del Paese e allunga le liste d’attesa delle strutture più convenienti e di quelle che hanno una migliore reputazione.
I prezzi nel pubblico e nel privato
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute, relativi al 2019, in Italia sono attivi 346 centri specializzati per la procreazione assistita, di cui 106 pubblici, 20 privati e 220 convenzionati col SSN. Quelli pubblici e convenzionati sono concentrati per lo più al Centro-nord, mentre al Sud prevalgono le strutture private.
“Per dare un’idea della variabilità dei prezzi nel pubblico e nel convenzionato, si pensi che in Lombardia un ciclo di FIVET omologa costa un ticket di 36 euro, in Toscana un ticket di 500 euro, mentre in Sicilia, dove non c’è alcun rimborso, il costo della stessa prestazione grava tutto sulla coppia ed è pari a 2700 euro” spiega Guglielmino. “Non stupisce il fatto che il 27% delle coppie con problemi di infertilità si rivolga a strutture al di fuori della propria Regione, oltre a tutte quelle che vanno all’estero”.
In media i prezzi sono più alti nel privato. Per un ciclo di FIVET omologa, senza diagnosi pre-impianto e senza congelamento e mantenimento dei gameti, in una struttura privata si pagano dai 3 mila ai 7 mila euro.
Il vantaggio dei centri privati è l’assenza di liste d’attesa, che nel pubblico possono essere molto lunghe. “Dal momento in cui una coppia sperimenta difficoltà di concepimento a quando ottiene la diagnosi di infertilità e accede ai trattamenti necessari possono passare anche quattro anni, che sono un’enormità se si pensa che l’età dell’aspirante mamma è un fattore determinante per il successo riproduttivo” osserva Guglielmino.
Il ruolo del MMG per abbreviare i tempi
Spesso il primo a raccogliere la richiesta d’aiuto della coppia che non riesce a concepire è il medico di medicina generale. “Il suo consiglio può essere prezioso per abbreviare i tempi”, dice Guglielmino. “Se la donna ha meno di 35 anni, dopo un anno di tentativi infruttuosi è opportuno che il medico prescriva alcuni esami per fare chiarezza sulla situazione: uno spermiogramma per lui e una valutazione della riserva ovarica con ecografia e dosaggio dell’ormone anti muelleriano per lei. Se dalle analisi non risultano problemi evidenti, dopo due anni di tentativi infruttuosi è necessario indirizzare la coppia a un centro specialistico per la PMA. Se la donna ha 35 anni o più, già dopo un anno di tentativi o anche meno bisogna indirizzarli a una struttura specializzata”.
La scelta della struttura
Nella complessa situazione attuale, sono tanti i fattori di cui tenere conto per scegliere il centro specialistico a cui fare riferimento. Innanzitutto, se possibile, la vicinanza per evitare spostamenti stressanti e costosi. “Per conoscere il costo delle prestazioni bisogna informarsi sulla politica di rimborso e i ticket previsti dalla Regione di appartenenza, oppure telefonare ai singoli centri privati” dice Guglielmino.
La lista delle strutture attive in Italia, i contatti e alcuni dati relativi alla loro attività sono disponibili sul sito del Registro Nazionale della PMA, dell’Istituto Superiore di Sanità.
Per valutare la qualità dell’assistenza fornita da ciascuna struttura bisogna tener conto di quanti cicli sono stati effettuati nella struttura nel corso dell’ultimo anno, parametro che è correlato all’esperienza degli operatori, e la percentuale di gravidanze portate a termine con successo rispetto al numero di cicli avviati.
Infine, la Società Italiana di Fertilità e Sterilità raccomanda di diffidare delle strutture che promettono risultati eclatanti indipendentemente dall’età e dalle condizioni di salute della coppia. Per avere un utile termine di paragone, la SIFES consiglia di utilizzare un calcolatore online per valutare le probabilità di riuscita della PMA sulla base di alcune informazioni relative alla coppia, alle cause di infertilità, all’eventuale scelta di far ricorso a gameti donati, e di confrontare la stima ottenuta con i risultati vantati dalla struttura.
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