Prevedere la chemiotossicità con la TC è possibile
- Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
- Attualità mediche
di Elena Riboldi (Agenzia Zoe)
Nelle pazienti con tumore ovarico, l’analisi della composizione corporea effettuata mediante TC consente di prevedere il rischio di chemiotossicità. Uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Oncology mostra un’associazione tra alcuni indici di composizione corporea così calcolati e ritardi nei cicli di trattamento o interruzione prematura della chemioterapia per tossicità inaccettabili.
Che la composizione corporea possa influenzare la tossicità della chemioterapia è già stato riportato per diversi tipi di tumore, tra cui mammella e colon. Il punto fondamentale della nuova ricerca è che si può sfruttare la TC preoperatoria per identificare le pazienti il cui percorso terapeutico può risultare particolarmente complicato. “Nell’analisi della composizione corporea la risonanza magnetica mostra una definizione dei tessuti molli migliore rispetto alla TC, in particolare per il tessuto adiposo – spiega Maria Del Grande, principale autore della ricerca – Tuttavia l’uso della risonanza magnetica è limitato dalla disponibilità e dalla perizia tecnica, così come da costi più elevati rispetto alla TC. In questo studio abbiamo accertato la composizione corporea usando misurazioni fatte con la TC perché le pazienti con tumore ovarico vengono sottoposte a TC scan durante la valutazione preoperatoria e il follow-up, mentre l’RM viene riservata generalmente alla caratterizzazione di masse annessali non identificate agli ultrasuoni”.
Lo studio ha preso in esame 69 pazienti con nuova diagnosi di tumore ovarico a qualunque stadio. Usando un software specifico, dalle immagini della TC a livello della 3a vertebra lombare sono stati ricavati gli indici di composizione corporea: area dei muscoli scheletrici (SMA), tessuto adiposo sottocutaneo (SAT), tessuto adiposo viscerale (VAT), densità del muscolo scheletrico (SMD). È stato quindi calcolato l’indice di massa muscolare scheletrica (SMI), che misura la sarcopenia.
Grazie alla regressione logistica è stata riscontrata un’associazione piccola ma significativa tra VAT e SMD e ritardi nei cicli di chemioterapia e tra SMA e interruzione precoce dalla chemioterapia. In questo studio non è emersa nessuna associazione tra chemiotossicità o sopravvivenza e sarcopenia (basso SMI); gli autori ipotizzano che il campione possa essere troppo poco numeroso per averne riscontro. Ulteriori studi dovranno chiarire anche il ruolo di alcuni fattori che, data la natura retrospettiva dello studio, non è stato possibile considerare, quali problemi nutrizionali e approccio chemioterapico.
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