Prendersi cura dell’udito aiuta anche le funzioni cognitive
- Cristina Ferrario
- Notizie dalla letteratura
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- Secondo i dati di una metanalisi, l’utilizzo di apparecchi per ripristinare le funzioni uditive si associa in modo significativo a una riduzione del rischio di declino cognitivo a lungo termine e a un miglioramento di tali funzioni sul breve periodo.
- I medici dovrebbero incoraggiare i propri pazienti con problemi di udito all’utilizzo di tali strumenti.
Sentire bene aiuta anche il cervello a rimanere in forma, riducendo il rischio di declino cognitivo. Lo scrivono sulle pagine della rivista JAMA Neurology i ricercatori guidati da Brian Sheng Yep Yeo, della Yong Loo Lin School of Medicine presso la National University of Singapore, autori di una metanalisi sull’argomento.
“Secondo le stime attuali, l’incidenza della demenza è destinata a triplicare entro il 2050. Dal momento che oggi non disponiamo di trattamenti curativi efficaci, è fondamentale concentrarsi sui fattori di rischio modificabili per prevenire l’insorgenza dei disturbi cognitivi” esordiscono gli autori. “Molti studi hanno osservato un’associazione tra perdita di udito e declino cognitivo o demenza. Nel nostro lavoro abbiamo invece valutato l’associazione tra utilizzo di apparecchi per la correzione dell’udito e rischio di problemi cognitivi” aggiungono.
Per raggiungere l’obiettivo, Yeo e colleghi hanno portato a termine una metanalisi di 31 studi (25 dei quali osservazionali) per un totale di circa 137.500 pazienti coinvolti.
Le analisi - che hanno tenuto conto anche di fattori confondenti quali età, genere, livello di istruzione, stato socioeconomico e comorbilità - hanno mostrato che l’uso di apparecchi acustici si associa a una riduzione del 19% del rischio di declino cognitivo in chi utilizza tali strumenti rispetto a chi non lo fa. “È importante sottolineare che l’associazione è valida sia nelle persone con stato cognitivo normale al basale, sia in quelle con declino cognitivo lieve al basale” precisano i ricercatori, che hanno osservato anche effetti a breve termine della correzione dell’udito. In effetti, l’uso di apparecchi acustici è risultato associato a un miglioramento del 3% nei punteggi dei test cognitivi che valutano la cognizione generale.
“Gli esatti meccanismi alla base di tali associazioni non sono noti, ma ci sono molte ipotesi che possono e devono essere valutate” affermano gli esperti, citando il fatto che sentire bene consente per esempio di prendere parte ad attività sociali che aiutano a mantenere le funzioni cognitive.
“Servono altri studi randomizzati per confermare le associazioni qui emerse, ma questi risultati rappresentano un’ulteriore spinta perché i medici che seguono pazienti con problemi di udito raccomandino l’uso di apparecchi acustici se necessario” concludono.
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