Piemonte, bando per 3 nuovi centri dedicati ai disturbi alimentari

  • Univadis
  • Attualità mediche
L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano

Torino, 15 mar. (Adnkronos Salute) - Al via domani in Piemonte il bando la manifestazione di interesse relativa all'attivazione di tre nuove strutture residenziali dedicate al trattamento dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. In particolare, una per adulti da 20 posti letto da destinare a pazienti in trattamento per anoressia nervosa e bulimia nervosa, e due strutture per minori per le medesime patologie, da 10 posti letto ciascuna, per le fasce di età 10-14 e 14-17 anni. Ad annunciarlo oggi l'assessore alla Sanità della Regione, Luigi Icardi, intervento all'inaugurazione della 'panchina lilla' in una struttura residenziale a Prunetto, nel Cuneese.

"In pochi anni - ha sottolineato - complice anche la pandemia, si è registrato un aumento dei nuovi casi di Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna ) pari al 30-40%, che ha rapidamente portato da 20mila a 28mila il numero delle persone affette da disturbi alimentari nella nostra regione. Poco meno di un anno e mezzo fa, in Piemonte abbiamo attivato la Rete dei servizi regionali per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, una capillare e integrata organizzazione regionale per la cura ambulatoriale, ospedaliera e riabilitativa, che si articola in 6 livelli di presa in carico e cura del paziente: centro esperto regionale, livello di base, livello ambulatoriale di primo e secondo livello, livello ospedaliero e comunità terapeutica".

"Le patologie legate ai disturbi alimentari - ha aggiunto l'assessore - sono sempre più diffuse e devono essere non solo curate, ma anche il più possibile prevenute. Al netto del cosiddetto sommerso, ogni anno in Piemonte vengono diagnosticati 260 nuovi casi di anoressia e 450 di bulimia. Il trattamento terapeutico richiede il coinvolgimento di varie competenze professionali anche specialistiche - psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi clinici, nutrizionisti, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, endocrinologi, ginecologi - e ha bisogno di un quadro di interventi integrati e di programmi formativi per gli operatori sanitari".