Piemonte, abbattuti finora circa 7mila capi infetti da peste suina
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Torino, 19 lug. (Adnkronos Salute) - "Per contenere l'epidemia" di peste suina (Psa), "che non ha alcun impatto sulla salute pubblica, ma ha ricadute sull'economia e sull'immagine della nostra regione, uno dei primi e più importanti interventi che abbiamo messo in atto è stato quello di abbattere tutti i suini presenti nella zona infetta, circa 7mila capi, per evitare che il contagio potesse passare dai cinghiali ai suini". Lo ha sottolineato l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, in occasione di un Consiglio regionale aperto sulla Psa. Un'emergenza che in Piemonte l'emergenza sta creando un pesante danno economico che interessa non solo le aziende agricole, ma l'intero comparto della filiera suinicola. Nella zona rossa tra Piemonte e Liguria, dalla fine di novembre i casi accertati sono 172, di cui 112 in provincia di Alessandria.
"Dobbiamo garantire l'interesse economico di un comparto fondamentale della nostra economia - ha dichiarato il governatore Alberto Cirio - ma anche affrontare in modo diverso il tema della fauna selvatica, problema non più solo agricolo per quanto grave per i danni che provoca, ma anche di sicurezza pubblica. Ma fare di più non è possibile se non cambiano le norme nazionali sui limiti agli abbattimenti straordinari, talmente vincolati da risultare inefficaci", ha evidenziato.
Per il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, è indispensabile una forte coesione sui territori, coinvolgendo la popolazione. L'esponente di Noi con l'Italia ha inoltre puntato l'accento sulla ripartizione di un fondo di 15 milioni di euro per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza degli allevamenti suinicoli in favore di cinque Regioni. Il Piemonte è quella che intercetta la maggiore quota di risorse finanziarie, pari a 8,6 milioni.
Nell'intervento di saluto il presidente dell'Aula, Stefano Allasia, ha denunciato i gravi danni all'agricoltura con i campi devastati e la mancanza di sicurezza sulle strade, con incidenti mortali provocati dai cinghiali e dalla fauna selvatica. Ad aprire la seduta è stato il vicepresidente della Giunta regionale Fabio Carosso, delegato al coordinamento della gestione della Psa, che, dopo avere ripercorso tutte le misure finora assunte per risolvere il problema, ha osservato che "oggi la situazione dell'infezione presenta un'espansione contenuta grazie alla preesistente barriera costituita dalla rete autostradale A26-A7 e alle tempestive misure di contenimento adottate, ma non possiamo permetterci di allentare la guardia. A giorni verrà verrà varato il piano definitivo di interventi urgenti per il depopolamento e l'eradicazione della malattia che, in combinazione con l'innalzamento delle barriere, speriamo possa dare in breve tempo risultati tangibili".
Per l'assessore all'Agricoltura e Caccia, Marco Protopapa, "il problema è accertato, ma non è facile da gestire in presenza di leggi obsolete nel campo della biosicurezza. Si poteva intervenire con la caccia programmata, che porta risultati, ma si è dovuto interrompere per decisione delle circolari ministeriali. Il fatto che alcune province abbiano a disposizione guardie venatorie, mentre altre no, crea difficoltà per le azioni di contenimento".
Angelo Ferrari, commissario straordinario interregionale per la gestione dell'emergenza Psa, ha precisato che, per quanto riguarda la costruzione delle recinzioni, i lotti sono sette, dei quali quattro già cantierizzati e i cui lavori dovrebbero terminare entro il prossimo 20 agosto.
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