I 4 studi essenziali sulle patologie digestive di questo mese, selezionati tra 352 studi sottoposti a revisione tra pari
1. Questa metanalisi di Cochrane ha rilevato una notevole riduzione del rischio di diarrea associata a Clostridium difficile con l’uso di probiotici, soprattutto tra i pazienti ad altissimo rischio. Il risultato concorda con la versione del 2013 di questa relazione. Vedere la nostra sinossi essenziale dell’articolo di Cochrane Database Syst Rev di seguito.
2. In seguito alla diagnosi di ulcera peptica, un’attesa > 1 settimana per l’avvio della terapia di eradicazione dell’Helicobacter pylori può incrementare il rischio di ulcera recidivante e complicata e di tumore gastrico. Vedere la nostra sinossi essenziale dell’articolo di Gastrointest Endosc di seguito.
3. I farmaci originariamente sviluppati per il trattamento dei disturbi psichiatrici, in particolare gli antidepressivi triciclici, possono svolgere un ruolo nel trattamento dei disturbi funzionali gastrointestinali (GI), ovvero i disturbi dell’interazione tra sistema nervoso centrale ed enterico. Vedere la nostra sinossi essenziale dell’articolo di Gastroenterology di seguito.
4. Tra i farmaci che alterano il microbiota intestinale si annoverano gli inibitori della pompa protonica, la metformina e i FANS. Alcuni generi di microrganismi, maggiormente rappresentati con l’uso di questi farmaci, vengono inoltre comunemente riscontrati nelle emocolture per sepsi. Vedere la nostra sinossi essenziale dell’articolo di Aliment Pharmacol Ther di seguito.
1. I probiotici prevengono la diarrea dovuta a C. difficile? Metanalisi di Cochrane
Fonte: Cochrane Database Syst Rev Conclusioni
- Questa metanalisi di Cochrane ha rilevato una notevole riduzione del rischio di diarrea associata a Clostridium difficile (Clostridium difficile-associated diarrhea, CDAD) con l’uso di probiotici, soprattutto tra i pazienti ad altissimo rischio.
- Il risultato concorda con la versione del 2013 di questa relazione.
- In 21 sperimentazioni su 31 il rischio di errore sistematico era indefinito o alto.
- Tra i partecipanti che hanno completato le sperimentazioni sulla CDAD (31 sperimentazioni; n = 8672):
- l’incidenza di CDAD nel gruppo probiotico corrispondeva all’1,5% (70/4525) rispetto al 4,0% nel gruppo di controllo (164/4147) (evidenze di grado moderato);
- rapporto di rischio (RR): 0,40 (IC al 95%: 0,30-0,52);
- i probiotici hanno ridotto il rischio di CDAD del 60%.
- Analisi a posteriori dei pazienti con rischio di CDAD al basale > 5% (13 sperimentazioni; n = 2454):
- l’incidenza di CDAD nel gruppo probiotico corrispondeva al 3,1% (43/1370) rispetto all’11,6% nel gruppo di controllo (126/1084);
- RR: 0,30 (IC al 95%: 0,21-0,42).
- Metanalisi di 39 sperimentazioni randomizzate controllate comparative dei probiotici rispetto a placebo, profilassi alternativa o nessun controllo per la prevenzione della CDAD o l’infezione da C. difficile (n = 9955).
- Esito primario: incidenza di CDAD.
- Finanziamento: Crohn’s and Colitis Canada.
- Sebbene per i probiotici vi siano evidenze di massima qualità riguardo alla profilassi per il C. difficile, essi non vengono menzionati nelle linee guida cliniche.
- Aggiornamento della relazione del 2013 con 14 nuovi studi.
Conclusioni
-
In seguito alla diagnosi di ulcera peptica, un’attesa > 1 settimana per l’avvio della terapia di eradicazione dell’Helicobacter pylori può incrementare il rischio di ulcera recidivante e complicata e di tumore gastrico.
- 7629 pazienti hanno sviluppato un’ulcera recidivante, 2050 un’ulcera complicata e 50 un tumore gastrico.
- Rischi di ulcera recidivante con il ritardo del trattamento rispetto al suo avvio entro 7 giorni:
- 8-30 giorni: RR 1,17;
- > 365 giorni: RR 3,55.
- Rischi di ulcera complicata con il ritardo del trattamento rispetto al suo avvio entro 7 giorni:
- 8-30 giorni: RR 1,55;
- > 365 giorni: RR 6,14.
- Rischi di tumore gastrico con il ritardo del trattamento rispetto al suo avvio entro 7 giorni:
- 61-365 giorni: RR 3,64;
- > 365 giorni: RR 4,71.
- Per tutte le tendenze: P
- I ricercatori hanno calcolato che il 23% delle ulcere recidivanti, il 33% delle ulcere complicate e il 30% dei tumori gastrici potrebbero essere evitati avviando il trattamento per H. pylori entro 1 mese della diagnosi di ulcera.
- Studio svedese di coorte su scala nazionale basato sulla popolazione, adulti trattati per H. pylori dopo la diagnosi di ulcera peptica (n = 29.032).
- Utilizzando i dati del registro, i ricercatori hanno comparato gli esiti in relazione al tempo intercorso tra la diagnosi di ulcera e il trattamento per H. pylori.
- Follow-up: 75 mesi.
- Esiti: ulcera recidivante, ulcera complicata, tumore gastrico.
- Finanziamento: Organizzazioni svedesi senza scopo di lucro; Karolinska Institute.
-
I ritardi nell’eradicazione dell’H. pylori sono comuni, tuttavia, le conseguenze non sono chiare.
Conclusioni
-
I farmaci originariamente sviluppati per il trattamento dei disturbi psichiatrici, in particolare gli antidepressivi triciclici, possono svolgere un ruolo nel trattamento dei disturbi funzionali gastrointestinali (GI, DFGI), ovvero i disturbi dell’interazione tra sistema nervoso centrale ed enterico.
- Gli autori hanno riassunto sperimentazioni, studi e serie di casi, e hanno stilato una relazione basata sulle evidenze e le linee guida cliniche.
- Sono stati inclusi dati su patologie algiche non GI (fibromialgia, lombalgia, cefalea cronica), nonché sul dolore, la nausea e il vomito.
- Finanziamento: nessuno.
- Nel 2016, nei criteri di Roma IV i DFGI sono stati definiti come disturbi dell’interazione tra sistema nervoso enterico e centrale.
- La Fondazione Roma ora indica i farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale ed enterico, tra cui i farmaci antidepressivi e antipsicotici, come “neuromodulatori centrali ed enterici”.
- Per il dolore GI cronico e i DFGI algici, esistono evidenze convincenti riguardo al beneficio offerto dagli antidepressivi triciclici e alcune evidenze in merito agli inibitori della ricaptazione della serotonina noradrenergici.
- L’aggiunta di un secondo farmaco complementare con un differente meccanismo d’azione, riducendo al minimo i dosaggi di entrambi, può essere giustificata.
- Per la prevenzione delle ricadute, i pazienti devono continuare i trattamenti efficaci per 6-12 mesi.
- Uno stretto rapporto paziente-professionista sanitario, compresa un’efficace comunicazione riguardo alla natura dei disturbi dell’interazione tra sistema nervoso centrale ed enterico, è importante per l’aderenza al trattamento.
- Per confermare queste osservazioni sono necessarie ulteriori ricerche.
-
Le evidenze riguardo al trattamento dei DFGI con neuromodulatori sono limitate e le linee guida sono carenti.
Conclusioni
- Tra i farmaci che alterano il microbiota intestinale si annoverano gli inibitori della pompa protonica (IPP), la metformina e i FANS.
- Alcuni generi di microrganismi, maggiormente rappresentati con l’uso di questi farmaci, vengono inoltre comunemente riscontrati nelle emocolture per sepsi.
- IPP:
- riduzione della diversità alfa;
- variazioni osservate in meno di 1 settimana d’uso.
- Metformina:
- alterazioni della diversità beta, tra cui la riduzione della quantità di Intestinibacter e l’aumento di quella di Escherichia.
- FANS:
- con l’uso di naprossene e aspirina le variazioni nella diversità erano talmente specifiche da poter indicare il farmaco che veniva utilizzato.
- Oppioidi:
- aumento della diversità alfa e alterazione della diversità beta.
- Statine e antipsicotici:
- alterazione della diversità beta.
- IPP, metformina, FANS, oppioidi e antipsicotici erano correlati a più batteri della classe Gammaproteobacteria (tra cui Enterobacter, Escherichia, Klebsiella, Citrobacter) o della famiglia Enterococcaceae.
- Gli antipsicotici erano correlati a un rapporto Bacteroidetes:Firmicutes più basso, una variazione osservata anche nelle persone obese.
- Revisione sistematica di studi con disegno differente che ha preso in esame le associazioni tra la flora intestinale e i farmaci non antibiotici comuni (20 studi).
- I ricercatori hanno valutato le variazioni nella diversità alfa (nell’ambito di 1 campione) e nella diversità beta (tra campioni multipli).
- Finanziamento: nessuno rivelato.
- L’uso di tali farmaci è in crescita a livello mondiale.
- Gli IPP sono correlati a tassi superiori di infezione da Clostridium difficile.
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute