Osservatorio Cpi, spesa aumenta ma non tiene il passo inflazione

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Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Per il 2023, il finanziamento per il Servizio sanitario nazionale previsto dalla nuova legge di Bilancio aumenterà di 4 miliardi rispetto al 2022, raggiungendo i 128 miliardi. Anche la spesa sanitaria pubblica corrente in termini nominali è prevista in aumento dal periodo pre-Covid di ben 15 miliardi. L’aumento non è sufficiente a tenere il passo con l’inflazione, talché, stando alle previsioni ufficiali, nel 2023, la spesa in termini reali tornerebbe poco sotto il livello del 2019. E' quanto si legge in un'analisi dell'Osservatorio sui Conti pubblici italiani dell'Università Cattolica sull'evoluzione della spesa sanitaria italiana.

Nel dettaglio: per il 2023, le risorse per l'Ssn sono previste in aumento di 4 miliardi rispetto al 2022. A legislazione vigente per il 2023, il livello di finanziamento del fabbisogno sanitario standard ammontava a 126 miliardi, ossia 2 miliardi in più rispetto al 2022. Nella Manovra 2023 sono stati aggiunti altri 2 miliardi, portando il totale complessivo per il 2023 a 128 miliardi; di queste ulteriori risorse, la maggior parte (1,4 miliardi) andrà a coprire i maggiori costi delle fonti energetiche mentre 200 milioni saranno destinati all’aumento degli stipendi degli operatori del Pronto soccorso.

Pur contando su un aumento consistente di fondi, rispetto all'esperienza degli anni pre-Covid quando il finanziamento è aumentato di 1 miliardo all'anno, è solo il 3% in più nonostante l’inflazione abbia raggiunto a novembre quasi il 12% su base annua. L’approccio che sembra essere stato adottato dal nuovo Governo - sostiene l'Osservatorio - è quello quindi di dare precedenza ad altre misure (gli aiuti a famiglie e imprese per i rincari energetici) destinando al Ssn solo le risorse che ci possiamo permettere.

Guardando alle tendenze di lungo periodo, fra il 2000 e il 2023 la spesa è quasi raddoppiata in termini nominali, da 68 a 131 miliardi di euro. Tuttavia - si legge nell'analisi - se si considera la spesa al netto dell’inflazione, l’aumento si riduce al 19%. Questo aumento in termini reali rispetto al 2000 probabilmente non basta a tenere il passo con la crescente domanda di servizi sanitari. Basti pensare che negli ultimi 20 anni gli over 65 sono aumentati di 2,5 milioni.

Quanto al rapporto fra spesa sanitaria e Prodotto interno lordo: fra il 2000 e il 2009, è salito dal 5,5% al 7,1%. Questa crescita della spesa sanitaria, concentrata soprattutto in alcune regioni che sono state poi sottoposte a Piano di rientro a partire dal 2007, ha contribuito alle difficoltà finanziarie del paese. Negli anni successivi si sperimenta un faticoso rientro, ma il rapporto spesa/Pil è rimasto sempre su valori ben più alti di quelli dell’inizio del decennio. Dopo l’impennata del 2020-2021, la riduzione che si è registrata nel 2022 avrebbe riportato il rapporto spesa/Pil attorno ai valori massimi del 2009 (7%). Nel 2023 - calcola l'Osservatorio - si scenderebbe al 6,6%, che rimane comunque uno dei valori più elevati dell’ultimo ventennio.