Ordini medici, 'depenalizzare errori primo passo per fermare fuga da Ssn'

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Roma, 11 apr. (Adnkronos Salute) - La depenalizzazione del reato per gli errori medici "è un primo grande passo perché si possa avere maggiore attrattività nella nostra professione". "Ma non basta: perché si avvii la riforma, bisogna trovare maggiori risorse per il personale. Altrimenti anche le case di comunità sono inutili". Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), in un'intervista al 'Messaggero'. Partiamo dalla depenalizzazione annunciata dal ministro della Salute Orazio Schillaci.

Per Anelli, il ministro Schillaci "sostanzialmente riprende un tema molto caro ai medici, ossia provare a dare una risposta al profondo disagio che i professionisti vivono oggi. Spesso vengono additati come strumenti per avviare i procedimenti di risarcimento danni fatti da una serie di società in cui sono coinvolti anche avvocati che, con modalità talvolta non sempre molto lecite, spingono i cittadini ad avviare il procedimento penale nei confronti del servizio sanitario nazionale. Si tratta di pratiche non sempre aderenti alle norme di legge - sottolinea - e che ci hanno portato nel passato molto spesso a fare segnalazioni al consiglio nazionale forense".

"Nel processo penale le indagini sono a carico dello Stato; il che significa che il cittadino non deve anticipare le risorse per tutti i rilievi di carattere tecnico di ufficio o di parte. Questi atti vengono poi utilizzati sul piano civilistico per chiedere il risarcimento del danno biologico eventualmente subito: diventa così una specie di escamotage per ridurre i costi come parte civile che si costituisce contro il Ssn. Non dimentichiamo che buona parte delle cause penali vengono archiviate perché non ci sono i presupposti, però nel frattempo i rilievi e le indagini fatte valgono sul piano civile", spiega Anelli ricordando che la medicina difensiva "non solo è molto diffusa, ma è addirittura pubblicizzata: nell'epoca pre-Covid abbiamo chiesto una legge che ne vietasse la pubblicità. Un'altra strada importante e urgente è definire per legge l'atto medico. Questo aiuterebbe sotto il profilo civilistica e penale ad affrontare una serie di questioni giudiziarie tuttora indefinite".