Nuove rassicurazioni sulla contraccezione ormonale

  • Cristina Ferrario — Agenzia Zoe
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  • Secondo i risultati di una revisione ad ombrello e della successiva metanalisi non ci sono prove di alta qualità che supportino un’associazione tra uso di contraccettivi ormonali e rischi per la salute (cardiovascolare, oncologico o di altro genere).

Gli studi oggi disponibili non forniscono dati di elevata qualità che permettano di parlare di una associazione tra contraccezione ormonale e aumento dei rischi per la salute. Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni di una revisione della letteratura pubblicata su JAMA Network Open e portata avanti da un gruppo di ricerca guidato da Sharmila Brabaharan della International Medical University di Kuala Lumpur (Malesia), primo nome dell’articolo.

Come ricordano gli autori, l’uso di questo tipo di contraccezione è in crescita a livello globale e circa la metà delle circa 1,1 miliardi di donne che hanno fatto ricorso a tecniche per la programmazione familiare l’hanno utilizzata. “Sono farmaci disponibili in diverse forme farmaceutiche, dalla pillola ai cerotti dermici, a sistemi intrauterine” spiegano I ricercatori, ricordando che se utilizzati in modo corretto, questi sono sistemi di contraccezione efficaci, sicuri e con azione reversibile.

I risultati di alcuni studi suggeriscono però che questi farmaci possano portare all’aumento di alcuni rischi per la salute, inclusi alcuni legati a problematiche di tipo cardiovascolare e/o oncologico.

Per fare il punto su questa eventuale associazione, Brabaharan e colleghi hanno analizzato la letteratura oggi disponibile e hanno infine identificato 58 metanalisi (13 di studi randomizzati e controllati [RCT] e 45 di studi di coorte) da includere nella loro valutazione finale, avvenuta anch’essa attraverso metanalisi.

In totale sono state identificate oltre 150 associazioni descritte negli studi: 60 nelle metanalisi degli RCT e 96 in quelle degli studi di coorte.  

“Alcune delle associazioni descritte erano statisticamente significative nella metanalisi originale, 14 su 60 dagli RCT e 40 su 96 dagli studi di coorte, ma a conti fatti nessuna di queste era supportata da dati di elevata qualità” spiegano gli autori, che nella loro analisi hanno anche valutato la qualità delle metanalisi incluse nella loro ricerca.

Di contro, sono emersi alcune prove di alta qualità a sostegno di benefici per la salute legati ai contraccettivi ormonali come l’associazione tra uso di sistemi intrauterini a rilascio di levonorgestrel e la riduzione del rischio di polipi dell’endometrio o quella tra uso della combinazione ciproterone acetato/etinil estradiolo e la riduzione della glicemia a digiuno in donne con sindrome dell’ovaio policistico.

Anche per l’associazione dei contraccettivi orali con un aumento del rischio di trombosi venosa profonda, inizialmente supportata da prove di alta qualità, l’analisi si sensibilità ha modificato la valutazione riducendo a debole la qualità delle prove.  

“I risultati del nostro studio confermano in buona sostanza quanto già noto sui rischi e benefici associate all’uso di contraccettivi ormonali” concludono i ricercatori.