Non basta dire “adiposità” per definire il rischio di ictus

  • Cristina Ferrario
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • L’adiposità centrale e generale mostrano associazioni indipendenti e contrastanti con il rischio di differenti tipologie di ictus.
  • La distribuzione corporea del tessuto adiposo deve essere presa in considerazione quando si valuta il rischio di ictus

Nel determinare il rischio di andare incontro a un ictus ischemico o emorragico non conta solo la quantità di grasso corporeo, ma anche la sua distribuzione nell’organismo. È quanto emerge da un ampio studio prospettico pubblicato su JAMA Network Open portato a termine da un gruppo di ricercatori guidati da Preyanka Pillay, dell’Università di Oxford (Regno Unito), primo nome dell’articolo.

“Nel 2019 l’ictus ha rappresentato una delle principali cause di decesso a livello mondiale” esordiscono gli autori, ricordando che circa due terzi degli oltre 12 milioni di ictus incidenti nel 2019 erano di tipo ischemico, mentre i restanti erano emorragie intracerebrali (un quarto del totale) e sub-aracnoidee (un decimo del totale).

“Sebbene l’adiposità - sia centrale che generale - sia stata associata ormai da tempo al rischio di ictus ischemico, meno chiare sono le associazioni tra diverse distribuzioni del grasso corporeo e differenti tipologie di ictus” aggiungono Pillay e colleghi che, per cercare di risolvere questo dubbio, hanno portato a termine uno studio prospettico che ha coinvolto oltre 490.000 persone reclutate nella coorte prospettica UK Biobank.

A conti fatti, dalle analisi non sono emerse associazioni tra indice di massa corporea (IMC) e ictus ischemico, ma è emersa un’associazione inversa con emorragia intracerebrale (HR per incremento di 5 unità di IMC: 0,85) ed emorragia sub-aracnoidea (HR: 0,82).

Diversi i dati legati all’adiposità centrale, misurata come circonferenza vita. Dopo aggiustamenti per IMC, la circonferenza vita è risultata associata positivamente con ictus ischemico (HR per incremento di 10-cm nella circonferenza vita: 1,19) ed emorragia intracerebrale (HR: 1,17), ma non con emorragia sub-aracnoidea (HR: 1,07).

“Abbiamo tenuto conto di numerosi fattori intermedi dell’associazione tra adiposità e tipologia di ictus, ma nessuno di questi ha permesso di spiegare le associazioni inverse osservate per l’indice di massa corporea” affermano i ricercatori.

“Ciò suggerisce che alcuni aspetti negativi legati a un basso IMC potrebbero essere associati a un aumento del rischio di emorragie intracraniche e sub-aracnoidee o che, in modo equivalente, alcuni aspetti protettivi di un alto IMC potrebbero essere associati a una riduzione del rischio di questo tipo di ictus” aggiungono e poi concludono: “Questi risultati richiedono ulteriori approfondimenti”.