Mortalità per cancro in Europa: previsioni per il 2023

  • Elena Riboldi
  • Uniflash
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5.862.600: tanti sono i decessi per cancro evitati negli stati dell’Unione Europea negli ultimi 35 anni rispetto a quelli attesi con i tassi di mortalità del 1988. Miglioramenti nella diagnosi, nei trattamenti e nella gestione della malattia e cambiamenti nei fattori di rischio hanno risparmiato una popolazione persino più numerosa degli abitanti di Barcellona. Questa è la buona notizia che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Oncology. Le previsioni per il 2023 dicono che i tassi di mortalità per la maggior parte dei tumori sono in discesa. Rimangono però stabili o aumentano quelli relativi al tumore del polmone e al tumore del pancreas, soprattutto a causa dell’andamento nel sesso femminile. E resta l’incognita dell’impatto della pandemia di Covid-19.

 

Cosa dicono i numeri per l’Europa…

Lo studio, coordinato dal Carlo La Vecchia dell’Università di Milano e da Eva Negri dell’Università di Bologna, si basa sull’analisi del database dei decessi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono stati presi in esame dieci tipi di tumore (stomaco, colon-retto, pancreas, polmone, mammella, utero, ovaio, prostata, vescica, leucemie) e il loro insieme. I ricercatori sono andati a prevedere la mortalità per il 2023 per l’Unione Europea (EU-27), per i cinque Stati più popolosi dell’Unione (Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia) e per il Regno Unito, uscito dall’Unione nel 2020.

Nel 2023, nell’area EU-27 sono attesi 1.261.990 decessi per cancro (702.214 uomini e 559.776 donne), con un tasso di mortalità standardizzato (ASR) pari a 123,8/10.000 per gli uomini e 79,3/100.000 per le donne. Rispetto al 2018, il tasso è diminuito del 6,5% negli uomini e del 3,7% nelle donne. Le previsioni sono favorevoli per tutti i tipi di tumore e per entrambi i sessi, ad eccezione del tumore del pancreas (+3,4% rispetto al 2018) e del polmone (+1,2%) nelle donne. Va ricordato che nonostante l’andamento dei tassi di mortalità il numero di decessi cresce per via dell’invecchiamento della popolazione.

 

…e cosa per l’Italia

In Italia, nel 2023 sono attesi 82.497 decessi. Rispetto ai tassi di mortalità del 2017 (i più recenti disponibili per il confronto) si osservano importanti riduzioni nei tassi di mortalità per tumore dello stomaco (-20,55% M; -23,31% F), del colon-retto (-15,13% M; -12,15% F), delle leucemie (-15,94% M; -11,64% F) e della vescica (-6,57 M; -6,58% F). Diminuiscono anche i tassi di mortalità per il tumore della prostata (-18,01%), della mammella (-5,91%) e dell’ovaio (-9,73%), ma aumenta quello dei tumori dell’utero (corpo e cervice, +4,77%). L’ASR del tumore del polmone che registra un notevole -18,64% negli uomini, aumenta del 4,16% nelle donne. Similmente, la variazione per quello del tumore pancreatico è -4,53% negli uomini e +4,18% nelle donne. L’ASR per tutti i tumori diminuisce del 9,19% negli uomini e del 7,10% nelle donne.

 

Incognita Covid-19

“Per mantenere e migliorare i trend favorevoli nella mortalità per cancro in Europa è importante continuare a perseguire strategie di controllo del tabacco, incluso un aumento uniforme dei prezzi delle sigarette" commenta La Vecchia. "Serve maggiore attenzione sul controllo del peso e dell’obesità, sui miglioramenti delle abitudini alimentari, incluso il controllo del consumo di alcol, e anche sui programmi di screening organizzati per la mammella e il colon-retto”. Anche la vaccinazione contro l’HBV e l’HPV e il trattamento delle epatiti virali sono elementi prioritari.

“Assumendo che i trend di mortalità nell’ultimo decennio siano mantenuti nell’Unione Europea, l’obiettivo di ridurre la mortalità del 35% entro il 2035 potrebbe essere raggiunto” concludono gli autori, sottolineando però come occorra sempre cautela quando si parla di previsioni perché possono intervenire elementi imprevisti. “La pandemia di Covid-19 potrebbe avere un effetto sulla mortalità nel 2023 a causa dei ritardi nelle visite e procedure, influenzando sia la prevenzione secondaria che il trattamento e la gestione della malattia. Non abbiamo potuto tenere conto di questo nelle nostre proiezioni e ciò va ponderato quando si interpretano i presenti dati”.