Morbo di Crohn: nuovi risultati per l’upadacitinib

  • Alessia De Chiara
  • Notizie dalla letteratura
L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano

Messaggi chiave

  • In pazienti con morbo di Crohn da moderato a grave, una terapia con upadacitinib sia di induzione che di mantenimento si è rivelata superiore al placebo.

 

Perché è importante 

  • L’upadacitinib è un inibitore orale selettivo della Janus chinasi (JAK) attualmente in fase di studio per il morbo di Crohn.
  • L’articolo riporta i risultati di tre studi di fase 3 su una terapia di induzione (U-EXCEL e U-EXCEED) o di mantenimento (U-ENDURE).

 

Come è stato condotto lo studio

  • Pazienti con morbo di Crohn da moderato a grave provenienti da 43 paesi sono stati randomizzati a ricevere upadacitinib a 45 mg o un placebo una volta al giorno per 12 settimane (terapia di induzione), trattamento prolungato per ulteriori 12 settimane in mancanza risposta clinica.
  • I partecipanti con risposta clinica sono stati randomizzati a ricevere il farmaco (15 mg o 30 mg) o un placebo una volta al giorno per 52 settimane.
  • In totale sono stati randomizzati 526 pazienti in U-EXCEL, 495 in U-EXCEED e 502 in U-ENDURE.

 

Risultati principali

  • Alla settimana 12 nel gruppo trattato con il farmaco c’è stata, rispetto al gruppo placebo, una percentuale maggiore di pazienti con remissione clinica (punteggio Crohn’s Disease Activity Index <150) e risposta endoscopica (diminuzione del punteggio Simple Endoscopic Score for Crohn’s Disease >50% dal basale o di ≥2 punti per quelli con punteggio 4 al basale).
  • Anche la terapia di mantenimento in U-ENDURE è stata superiore al placebo: a 52 settimane il 37,3% dei pazienti nel gruppo trattato con 15 mg di farmaco e 47,6% del gruppo trattato con 30 mg ha raggiunto remissione clinica contro il 15,1% di quelli che hanno ricevuto il placebo, e rispettivamente il 27,6%, 40,1% e 7,3% ha raggiunto la risposta endoscopica.
  • Il farmaco è stato superiore al placebo nella maggior parte degli endpoint secondari, tra cui la qualità di vita.
  • Gli eventi avversi associati all’inibizione di JAK, tra cui neutropenia e infezioni opportunistiche o gravi, sono stati più frequenti con il farmaco.
  • Alcuni pazienti trattati con upadacitinib hanno avuto una perforazione gastrointestinale, ma non è chiaro se ciò rappresenti un rischio del farmaco o di progressione e complicanze della malattia.