Mieloma multiplo recidivante, due farmaci a confronto
- Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
- Attualità mediche
I risultati finali dello studio MM-REL, coordinato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e sostenuto da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, mostrano che, in pazienti con mieloma multiplo alla prima ricaduta di malattia, bortezomib e lenalinomide (entrambi in combinazione con ciclofosfamide e desametasone) sono ugualmente efficaci. Mostrano però delle differenze nelle tossicità, ematologiche e non. Questi risultati possono aiutare l’oncoematologo nella scelta della terapia più appropriata per ogni paziente.
Bortezomib e lenalinomide sono stati approvati circa dieci anni fa, ma nessuno li aveva mai messi a confronto. “È molto importante – sottolinea Paolo Corradini, direttore dell’onco-ematologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – che l’unico studio di fase III al mondo che paragona queste due molecole sia uno studio accademico svolto da una rete regionale”.
Lo studio, pubblicato sulla rivista British Journal of Haematology, ha arruolato 155 pazienti randomizzati per ricevere 9 cicli di bortezomib-ciclofosfamide-desametasone (VCD) o lenalinomide-ciclofosfamide-desametasone (RCD). Non sono state osservate differenze significative nell’efficacia del trattamento, in termini di risposta parziale a 6 settimane, PFS e OS. Questa analogia di effetto terapeutico era osservabile in modo trasversale nei diversi sottogruppi in cui sono stati suddivisi i pazienti. L’incidenza delle tossicità ematologiche era più alta nei pazienti trattati con RCD (17,7% contro 9,2%), mentre le tossicità non ematologiche erano più frequenti nei pazienti trattati con VCD (11,8% contro 3,8%).
“La sovrapposizione di efficacia tra i due farmaci rappresenta un elemento utile per la scelta della migliore terapia da offrire al paziente, dal momento che alcuni criteri quali il profilo di tossicità e la corretta sequenza dei farmaci hanno un ruolo decisivo nella scelta della terapia – afferma Vittorio Montefusco, primo autore dello studio e oncoematologo della S.C. di Ematologia INT – Non dobbiamo comunque dimenticare che bortezomib e lenalidomide vengono utilizzati in combinazione con altri farmaci che ne potenziano ancora di più l’efficacia. Infine, va sempre ricordato che la scelta della strategia terapeutica non può prescindere dal tipo di terapia che il paziente ha ricevuto nelle fasi precedenti di trattamento, in accordo con la logica di modificare ciclicamente i tipi di farmaci utilizzati”.
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