Meritocrazia Italia, 'aumentare numero pazienti medici base e pediatri'

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Roma, 20 mar. (Adnkronos Salute) - L'innalzamento dell’età di pensionamento a 72 anni per medici di famiglia, pediatri ed ex guardia medica, recentemente approvato, "è una buona notizia" ma "la misura non è sufficiente. Meritocrazia Italia auspica che vengano presto sottoscritti nuovi Accordi collettivi nazionali che prevedano almeno la possibilità per le Regioni di aumentare, laddove necessario, il numero massimo di assistibili per i medici di famiglia e pediatri di libera scelta". E la possibilità per tutti questi professionisti "di poter assumere personale infermieristico e di studio". Lo afferma, in una nota, Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia.

L'nnalzamento dell’età pensionabile dei medici del territorio, ricorda, "risponde a una delle richieste di revisione del sistema sanitario avanzate da Meritocrazia Italia con particolare riguardo al problema, ormai cronico, della mancanza di personale. A causa di una non lungimirante pianificazione dei fabbisogni e probabilmente in coerenza con un pluridecennale periodo di contenimento della spesa sanitaria, il numero di medici in attività oggi non è sufficiente a coprire le carenze pubblicate. I 'rapporti ottimali' individuati nella passata contrattazione collettiva nazionale della medicina generale (1 medico ogni 1.000 residenti) e della pediatria convenzionata (1 pediatra ogni 600 bambini da 0 a 6 anni) non possono essere rispettati", spiega Mauriello.

Già prima della pandemia, "in numerose aree italiane i medici del territorio si trovavano spesso a dover assistere un numero di pazienti maggiore rispetto al rapporto 'ottimale' dei contratti (1.500 pazienti per i medici di famiglia e 880 bambini per i pediatri). In più, numerose Asl si vedono costrette ad affidare servizi assistenziali in convenzione a cooperative che prestano assistenza territoriale a prezzi più alti di quelli previsti dalla contrattazione collettiva della medicina generale e della pediatria di libera scelta, reclutando molto spesso proprio i medici pensionati che avrebbero volentieri continuato a lavorare. In questo quadro, sarebbe stata una scelta miope rinunciare ai professionisti medici solo per il raggiungimento dei limiti di età. Anche in considerazione dell’importante contributo dato dai medici settantenni durante la pandemia", aggiunge il presidente, sottolineando, però, che "non mancano alcune criticità".

Il testo dell’emendamento, infatti, continua Mauriello, "lascia intendere la volontà di subordinare la possibilità per il medico settantenne di proseguire il proprio rapporto in convenzione alla carenza di medici disponibili. Ma come sarà possibile verificare la disponibilità di medici ‘convenzionati collocabili’ senza pubblicare una carenza? Quando dovrebbe essere pubblicata tale carenza? Prima o dopo il compimento dei 70 anni? Quando verranno avvisati i pazienti della possibilità di scegliere il medico disponibile?"

E ancora, "con quale preavviso il medico che ha optato per restare al lavoro sarà invitato a cessare l’attività perché nelle more un collega convenzionato si è reso disponibile a coprire quella carenza? Sarà possibile attivare l''anticipo prestazione previdenziale (App) prevista dalla contrattazione collettiva nazionale quale strumento formativo e di affiancamento dei giovani medici che abbiano optato di lavorare sul territorio dopo aver compiuto i 70 anni?"

Meritocrazia Italia "sollecita un incontro tra Sisac e sindacati maggiormente rappresentativi della medicina generale e della pediatria di libera scelta per sottoscrivere, in tempi brevissimi, un accordo nazionale che disciplini le modalità di esercizio di tale diritto nell’interesse della cittadinanza e dei lavoratori, dei più giovani e dei più esperti. I problemi del Ssn e dei diversi Sistemi sanitari regionali devono essere affrontati con coraggio, determinazione e lungimiranza, con un orizzonte di lungo periodo, ma senza dimenticare le necessità quotidiane e presenti dei cittadini", conclude.