Meno tiroidectomie in Italia, ma non per il cancro

  • Daniela Ovadia — Agenzia Zoe
  • Attualità mediche
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di Elena Riboldi (Agenzia Zoe)

Uno studio appena pubblicato sulla rivista Thyroid fornisce una panoramica dettagliata sulla tiroidectomia in Italia nei primi due decenni di questo secolo. I dati mostrano che c’è stata una significativa diminuzione dell’incidenza della tiroidectomia nel sesso femminile. Andando a discriminare gli interventi chirurgici effettuati per patologie non maligne e quelle legate a una diagnosi di tumore, l’incidenza in entrambi i sessi è diminuita per i primi, mentre è aumentata progressivamente fino al 2014 per i secondi per poi rimanere relativamente stabile. Infine, è ancora alta la propensione ad effettuare interventi di tiroidectomia totale piuttosto che parziale, anche se con notevoli differenze regionali.

Lo studio, finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e dal Ministero della Salute, si basa sui dati contenuti nel database del Sistema Sanitario Nazionale. Tra il 2001 e il 2018, in Italia sono state eseguite 704.523 tiroidectomie, il 77% delle quali in pazienti di sesso femminile. Il tasso di incidenza standardizzato per età nel periodo in esame è pari a 87,7 per 100.000 donne e 27 per 100.000 uomini. Si osserva tuttavia un’ampia eterogeneità tra le regioni: i tassi più alti sono registrati nelle regioni del sud e nel Lazio, quelli più bassi nelle regioni del nord, eccetto l’Emilia Romagna. Tra le donne nel tempo si è verificata una riduzione nell’incidenza delle tiroidectomie (il tasso è passato da 95-98 per 100.000 nel 2002-2008 a 71 per 100.000 nel 2018). Tra gli uomini il tasso di incidenza non è cambiato in modo sostanziale (27-29 per 100.000 fino al 2013, 24 per 100.000 nel 2018).

Gli autori dello studio hanno poi esaminato l’indicazione all’intervento. I tassi di tiroidectomia per cancro sono aumentati fino al 2013-2014 arrivando ad essere 24,3 per 100.000 nelle donne e 8,6 per 100.000 negli uomini, successivamente sono rimasti essenzialmente stabili in entrambi i sessi. Il tasso di tiroidectomia per gozzo e altre patologie tiroidee è invece diminuito, con un trend particolarmente evidente nelle donne (da più di 70 a meno di 50 per 100.000). “La diminuzione nelle tiroidectomie per le malattie non maligne a partire dall’inizio degli anni 2000 in Italia potrebbe dipendere dalla riduzione della prevalenza del gozzo, potenzialmente come conseguenza della diminuzione della carenza di iodio e dell’adozione di trattamenti conservativi – commentano gli autori della ricerca – Nel contesto della sovradiagnosi del tumore tiroideo, trend recenti hanno suggerito un declino nella pressione diagnostica”.

La percentuale delle tiroidectomie totali sulle tiroidectomie (totali più parziali) è aumentata dal 78 all’87% nelle donne e dal 72% all’83% negli uomini fino al 2012 per poi restare stabile. Anche in questo caso la situazione italiana non è omogenea: il rapporto tiroidectomie totali /tiroidectomie parziali è più elevato per il Sud, seguito dal Centro e poi dal Nord Italia. “Questi risultati dimostrano la necessità di una rivalutazione della pratica della tiroidectomia, in particolare della tiroidectomia totale – concludono– in direzione di una piena implementazione di approcci meno aggressivi coerenti con le recenti linee guida e le raccomandazioni nazionali e internazionali”.