Meno fragili con la quercetina

  • Elena Riboldi
  • Uniflash
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Invecchiare bene è un obiettivo importante. È sempre più chiaro che almeno in parte ciò dipende dalle scelte individuali: mantenersi attivi fisicamente e mentalmente, rinunciare ad abitudini deleterie (es. fumare), adottare routine benefiche (es. dormire a sufficienza) e mangiare sano sono tutti elementi che ci aiutano a raggiungere quell’obiettivo. 

A proposito di alimentazione e vecchiaia è appena stata pubblicata una ricerca che rivela che l’assunzione di buone quantità di flavonoli, soprattutto di quercetina, si associa a una probabilità più bassa di andare incontro a fragilità. Dato che non esistono rimedi contro questa sindrome geriatrica, scoprire come prevenirla, o perlomeno ritardarla, assume una particolare importanza.

 

Fragilità e dieta

“La fragilità è una sindrome geriatrica che affligge il 10-15% degli anziani ed è causata da molteplici cambiamenti fisiologici legati all’età – rammentano gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition – .I soggetti fragili hanno rischi più elevati di cadute, fratture, disabilità, ospedalizzazione e morte, il che si traduce in un enorme fardello personale ed economico”. 

Gli esperti ritengono che la comparsa della fragilità sia contrastata dall’esercizio fisico e favorita da una cattiva alimentazione. Secondo alcune ricerche, un buon regime alimentare, come la dieta mediterranea, potrebbe ridurre fino al 50-70% la probabilità di andare incontro a questa condizione. Uno dei cardini delle diete salutari è il consumo di elevate quantità di alimenti di origine vegetale, che contengono numerose sostanze bioattive, tra cui i flavonoidi. “Poiché i flavonoidi possono mitigare l’accumulo di stress ossidativo legato all’età e che alcuni flavonoidi agiscono sull’eliminazione delle cellule senescenti per via dell’invecchiamento, essi potrebbero avere un ruolo nel ridurre l’infiammazione e conseguentemente lo sviluppo della fragilità” aggiungono gli autori, spiegando il razionale della loro ricerca.

 

Cosa dice la ricerca

Per studiare l’effetto dei flavonoidi sulla fragilità, i ricercatori hanno preso in esame 1.700 partecipanti al Framingham Heart Study che non presentavano tale sindrome geriatrica alla baseline. L’assunzione di flavonoidi, di diverse sottoclassi di flavonoidi (flavonoli, flavan-3-oli, flavononi, flavoni, antocianine e flavonoidi polimerici) e di quercetina (un tipo di flavonolo) è stata stimata sulla base delle risposte a un questionario validato sulla frequenza di consumo degli alimenti. I ricercatori sono andati a verificare se a distanza di 12 anni (time point a cui è stata valutata nuovamente la presenza o l’assenza di fragilità) assumere quantità più elevate dei nutrienti in esame correlasse con un diverso modo di invecchiare.

Nel periodo in esame, il 13,2% dei soggetti analizzati ha sviluppato fragilità. L’assunzione di flavonoidi non è risultata statisticamente associata alla comparsa di fragilità (OR 1,00 [95%CI 0,99-1,01]), al contrario è emerso che per ogni 10 mg di flavonoli consumati in più quotidianamente la probabilità di diventare individui fragili diminuiva del 20% (OR 0,80 [0,67-0,96]). L’associazione era ancora più forte per la quercetina: per ogni 10 mg/die aggiuntivi la probabilità diminuiva del 35% (OR 0,65 [0,48-0,88]). Non sono state riscontrate altre associazioni tra i nutrienti in esame e la fragilità.

 

Quercetina, dove trovarla

La quercetina è un flavonolo con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie contenuto in numerose piante e alimenti di origine vegetale. Le vengono attribuite proprietà cardioprotettive e neuroprotettive. Sono numerose le ricerche sugli effetti biologici della quercetina: in vitro ha mostrato anche attività antitumorali e persino di essere in grado di interferire con la moltiplicazione del virus Sars-Cov-2.  

La quercetina è presente in molte qualità di frutta e verdura, tra cui le mele (una mela contiene mediamente 10 mg di quercetina), l’uva rossa, le cipolle, gli ortaggi della famiglia delle Brassicacee (per assumere 10 mg di quercetina bastano 100 mg di kale). Anche l’italianissimo radicchio rosso di Treviso ne contiene buone quantità: secondo le tabelle di composizione degli alimenti del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) la specie precoce ne contiene poco meno di 10 mg per ogni 100 g di foglie. Ovviamente il singolo nutriente non è la soluzione a un problema di salute, ma può aiutare.