Medici sport, 'attività fisica come farmaco, bene piano Schillaci'

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Roma, 18 gen. (Adnkronos Salute ) - "Un piano nazionale per promuovere più attività fisica e modalità per prescriverla 'in ricetta'annunciato da Schillaci è musica per noi medici dello sport. Bene il ministro, non solo perché su questo tema ci battiamo da decenni ma anche, e soprattutto, perché la sedentarietà in Italia rappresenta ormai una vera emergenza". Così all’Adnkronos Salute Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico sportiva italiana, commentando la proposta del ministro della Salute di potenziare gli interventi di contrasto a sedentarietà e inattività fisica, tra i principali fattori di rischio modificabili indipendenti per le malattie croniche non trasmissibili, attraverso la definizione di un 'Programma nazionale di promozione dell'attività fisica'.

“Sono perfettamente d’accordo con il ministro – afferma Casasco –. La sua proposta è balsamo per la Fmsi che sin dalla sua istituzione, nel lontano 1957 a Milano per volontà del professor Margaria, ha fatto della 'prescrizione' dell’attività fisica una vera e propria battaglia per prevenire la diffusione di stili di vita non salutari. Allora eravamo la prima società scientifica di medicina dello sport al mondo e ancora oggi siamo l’unica società scientifica di medicina dello sport riconosciuta dal ministero della Salute”.

Casasco non ha dubbi: "Sicuramente come medici dello sport saremo coinvolti nel progetto, è la nostra materia – sottolinea il numero uno della Fmsi – io stesso vedrò nei prossimi giorni Schillaci". Quanto al fatto che da anni si parli dell’esercizio fisico da equiparare ad un farmaco senza mai approdare a qualcosa di concreto, Casasco assicura: "Schillaci oltre che ministro è soprattutto un medico competente e sensibile, a lui il nostro plauso. Noi di Fmsi daremo il nostro contributo, siamo gli unici a poter offrire la giusta competenza, siamo stati i primi in Europa ad avere i protocolli di prescrizione". Sul come andrebbe prescritta l’attività fisica in ricetta: "va consigliata la dose giusta, in base alla persona, al suo quadro clinico, alle patologie di cui soffre, ricordando sempre che troppo poca attività o, al contrario, troppa attività fanno comunque male”, conclude.