Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Il protocollo d'intesa firmato ieri con la parte pubblica per la vaccinazione anti-Covid dal medico di famiglia, "è un punto di partenza, non di arrivo. Una decina di Regioni circa e diverse aziende sanitarie hanno già fatto i necessari accordi a livello territoriale, sulle caratteristiche organizzative, e possono partire sulla base delle dosi disponibile. Altre ancora no. E' fondamentale che lo facciano in tempi brevi. E' possibile agire anche in pochi giorni". A dirlo all'Adnkronos Salute è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) che ieri ha firmato, insieme agli altri sindacati l'Intesa con la parte pubblica per le vaccinazioni anti-Covid dal medico di famiglia.
"Per permettere la vaccinazione domiciliare al medico di famiglia - elenca Scotti - servono caratteristiche organizzative di supporto, gestionali, di trasporto e distribuzione dei vaccini, che vanno attivate. Possono essere avviate subito anche le vaccinazioni, presso i centri vaccinali, fatte dai medici di famiglia ai propri pazienti. E vanno definiti, dove non è stato fatto, le categorie da vaccinare negli studi, ove questi studi presentino caratteristiche di struttura, organizzative e personale adeguate, confrontabili a quelle che sono già state utilizzate per l'influenza". (segue)
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