Medici famiglia lombardi, 'minacce no-vax, attivato soccorso legale'
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Milano, 4 feb. (Adnkronos Salute) - Pressioni in aumento e ora anche minacce, messe nero su bianco in foglietti e lettere anonime lasciate sotto le porte degli studi medici. E' successo a diversi medici di famiglia in Lombardia. A segnalare il susseguirsi di questi episodi ma anche di un pressing costante da parte di persone che vogliono essere esentate dal vaccino anti-Covid è Paola Pedrini, segretario generale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Lombardia, che annuncia di aver mobilitato anche il pronto soccorso legale del sindacato per supportare eventuali richieste di aiuto dei camici bianchi interessati da episodi simili.
"Purtroppo giungono segnalazioni da parte di medici della nostra regione di lettere anonime (imbucate sotto la porta degli ambulatori e/o nella cassetta delle lettere) con addirittura minacce di morte nel caso di mancate certificazioni di esenzione al vaccino anti-Covid", racconta Pedrini che chiede ai medici di famiglia di essere prudenti di fronte a casi come questi e di denunciare, e offre loro alcune indicazioni per minimizzare i rischi. "Qualora riceveste una lettera simile l'invito è quello di maneggiarla il meno possibile, possibilmente esclusivamente con l'utilizzo di guanti, mettere la lettera in un sacchetto e recarsi presso la caserma più vicina per presentare una denuncia contro ignoti", raccomanda Pedrini, ricordando che, per gli iscritti, Fimmg Lombardia "mette a disposizione un servizio di 'pronto soccorso legale'", del quale è possibile trovare le informazioni sul sito del sindacato.
Nei giorni scorsi la Fimmg lombarda aveva anche scritto una lettera ai vertici della Regione, il governatore Attilio Fontana e la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, per denunciare le condizioni di lavoro spesso "insostenibili" dei medici di famiglia, che "si trovano esposti in prima linea, rappresentando l'unico reale riferimento per i cittadini per le più varie pratiche amministrative, a volte lontane da qualsiasi attività clinica, allo scopo di surrogare le difficoltà oggettive a contattare le Ats, le Asst, i vari Dipartimenti, l'Inail e l'Inps", si legge in un passaggio del testo.
Già nella missiva il sindacato segnalava che i camici bianchi in questo periodo stanno finendo di frequente nel mirino di critiche e proteste, e sono schiacciati fra l'aumento dei carichi di lavoro e la burocrazia alimentata da Covid. E la situazione è aggravata dal fatto che molti, non vedendo via d'uscita o prospettive di miglioramento, scappano dagli studi, ha spiegato ancora la Fimmg Lombardia. E non si parla solo di camici bianchi con una certa anzianità di servizio che chiedono il pensionamento anticipato, ma anche di giovani medici che scelgono di prendere altre strade, ha evidenziato Pedrini chiedendo che vengano affrontate in tempi rapidi queste problematiche.
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