Medici anziani e qualità professionale: tra esperienza e competenza
- Paolo Spriano
- Uniflash
L'esperienza clinica di un medico è tradizionalmente definita, anche se in modo restrittivo, dalla sua età o dagli anni di pratica clinica. Le competenze di un medico nel praticare la professione possono diminuire nel tempo e ciò può avvenire per svariate ragioni. Alcune prove dimostrano che i medici con maggiore esperienza possono fornire un'assistenza di qualità inferiore rispetto alle loro controparti meno esperte, come è stato rilevato con misure di garanzia della qualità. (1)
Il declino della funzione cognitiva correlato all'età, fino al punto di una demenza conclamata, può diventare un aspetto sempre più comune con l'invecchiamento della popolazione medica in Italia e nel mondo. Per questo è in discussione se e quali criteri di valutazione consentano di mantenere in attività medici competenti, nonostante l’età (2).
Invecchiamento dei medici e declino cognitivo
Negli Stati Uniti si stima che nei prossimi 10 anni oltre il 40% dei medici praticanti avrà un’età > 65 anni, una fascia di età in cui già l'11,7% degli individui dichiara un declino cognitivo. Sebbene il deterioramento cognitivo sia meno comune tra gli individui con un alto grado di istruzione (come i medici), i dati evidenziano che circa un medico su cinque di età > 70 anni può avere un lieve deterioramento cognitivo e uno su 15 può avere una qualche forma di deficit cognitivo (2).
Diversi fattori associati all'invecchiamento possono avere un impatto sui processi di analisi dei medici, come la riduzione della memoria lavorativa, la diminuzione dell'acuità visiva e il rallentando la velocità delle operazioni mentali. Le differenze, in termini di prestazioni, possono diventare evidenti dopo i 60 anni, con minori probabilità di acquisire nuove conoscenze nel corso del tempo, come ad esempio nuove strategie di trattamento applicabili nella pratica clinica (3).
Quello che si sta ipotizzando negli USA, di fronte all’invecchiamento della popolazione medica, non comprende solo un processo di verifica delle competenze professionali, ma anche una rivalutazione della capacità cognitiva e motoria dei medici più anziani affinchè possano continuare a fornire un'assistenza sicura e competente. Tuttavia il tasso di variazione della funzione esecutiva, della saggezza, della memoria e di altri componenti cognitivi non sono lineari e possono variare in maniera imprevedibile nel tempo, perché possono essere influenzati da una varietà di fattori indipendenti dall’età (3).
Età del medico e valore dell’esperienza
I medici più anziani portano competenze preziose, esperienza clinica e di vita professionale che si ottengono solo con anni di pratica, mentre i medici più giovani possono portare vitalità e innovazione. I sistemi sanitari invece di isolare i medici che invecchiano, dovrebbero pensare allo sviluppo di standard accettabili di valutazione e applicabili a tutti i medici, indipendentemente dall'età.
Per molti medici, il declino della competenza professionale può semplicemente essere una questione di non riuscire a rimanere aggiornati rispetto alle linee guida più recenti e ai rapidi progressi della scienza medica.
Se questo fosse il riferimento prevalente, più anni il medico pratica la professione, più è probabile che abbia una conoscenza declinante degli standard di cura attuali (4). Un concetto che è stato verificato da uno studio di revisione su come l'esperienza clinica di un medico possa influenzare la qualità dell'assistenza sanitaria e quali dimensioni della qualità tenda ad influenzare (5). Complessivamente, 27 valutazioni (43%) hanno trovato un'associazione positiva o parzialmente positiva tra l'esperienza clinica dei medici e la qualità dell'assistenza sanitaria; 22 (35%) non hanno trovato alcuna associazione; e 14 (22%) valutazioni hanno riportato un'associazione negativa o parzialmente negativa. La revisione ha trovato un'associazione proporzionale tra l'esperienza clinica dei medici e la qualità per quanto riguarda le misure di esito che riflettono la sicurezza, in particolare in campo chirurgico, ma per le altre dimensioni di qualità non emergevano prove di certezza (5). Mentre è certo che quasi due terzi dei medici specialisti statunitensi dichiarano di non dedicare un tempo sufficiente per mantenersi aggiornati nella propria area di competenza professionale, fallendo gli esami di ricertificazione in una percentuale variabile dal 4% al 13% e con il 6% dei medici di famiglia che non tenta nemmeno la ricertificazione (6).
In Italia il tema della riqualificazione professionale al momento non è in agenda, nonostante l’invecchiamento di una classe professionale che nel suo insieme ha scadenze in prorogatio fino a fine 2023 per assolvere agli obblighi dell’ECM e con molti medici ultrasessantenni per lo più stanchi del proprio lavoro e disponibili ad uscire dall’attività appena ne hanno l’opportunità, due modi (uno temporaneo e l’altro definitivo) per ovviare senza risolvere il problema di verifica della residua competenza dei medici con il passare degli anni.
L'accesso al sito è limitato e riservato ai professionisti del settore sanitario
Hai raggiunto il massimo di visite
Registrati gratuitamente Servizio dedicato ai professionisti della salute